di Antoniu Martin * –
Nella primavera del 2022, subito dopo l’inizio della guerra della Federazione Russa contro l’Ucraina, il sistema energetico della Repubblica di Moldavia ha operato per un periodo di tempo scollegato da quello della Comunità degli Stati Indipendenti. Nel contesto del conflitto sia l’Ucraina che la Repubblica di Moldavia erano infatti collegate alla rete continentale europea, un fatto nuovo che ha aperto alla Moldavia la possibilità di importare energia dalla Romania.
Alla fine del 2022 le infrastrutture energetiche ucraine sono state significativamente colpite dai bombardamenti russi, cosa che ha portato alla cessazione della fornitura di energia alla Repubblica di Moldova. A ciò si è aggiunta la decisione della Transnistria di interrompere la fornitura di elettricità e, ultimo ma non meno importante, il dimezzamento delle forniture di gas da parte di Gazprom.
Due giorni dopo l’inizio dei bombardamenti russi sul sistema energetico ucraino, il governo rumeno ha adottato una decisione che obbliga i produttori di energia a concludere contratti bilaterali con il sistema distributivo moldavo: attualmente, circa il 90% dell’elettricità della Repubblica di Moldavia è fornita dalla Romania.
Le implicazioni regionali della guerra in Ucraina continuano ad essere gravi, basti vedere il blackout nella Repubblica di Moldavia del 23 novembre 2022, generato dai colpi russi su alcune reti elettriche in Ucraina.
La Repubblica di Moldavia è sistematicamente sottoposta a pressioni da parte della Federazione Russa per rinunciare al cammino europeo, e Bogdan Aurescu, ministro rumeno degli Affari Esteri, ha spiegato che mai come oggi nella storia recente la Repubblica di Moldavia ha avuto bisogno dell’aiuto della comunità internazionale.
* Analista e storico.