Moldavia. Filip sposta l’ambasciata a Gerusalemme, proteste dell’Olp

Una mossa che divide un paese già spaccato e senza governo, nel probabile tentativo di avvicinarlo all'orbita Nato.

di Enrico Oliari –

Approfittando forse del caos politico che perversa nel paese, con il governo Sandu invalidato dalla Corte costituzionale per decorrenza dei termini, con nuove elezioni annunciate per il 6 settembre e con il presidente Igor Dodon sospeso per la quinta volta, il presidente ad interim Pavel Filip ha firmato il trasferimento dell’ambasciata della Moldavia da Tel Aviv a Gerusalemme. Un’iniziativa che va letta nel proposito di avvicinare il paese agli Usa e all’orbita Nato, mentre è bene precisare che dell’Unione Europea solo la Romania ha fatto in marzo l’identica scelta.
Le elezioni di febbraio avevano consegnato un paese spaccato a metà, e faticosamente si era arrivati, seppure fuori tempo massimo, ad un accordo di governo fra il partito europeista Acum e il filorusso Partito dei socialisti della Repubblica di Moldavia. Un equilibro difficile ma necessario, che potrebbe non essere ritentato dopo lo spostamento della rappresentanza diplomatica in Israele.
In una nota l’ambasciata della Palestina a Roma ha riportato che “l’Olp e il ministero degli Esteri palestinese hanno condannato la decisione di Filip di spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. L’Olp, indica il comunicato, parla di “un’apertura delle ostilità verso il popolo palestinese”, ed auspica che “l’Unione Europea interrompa il processo di integrazione politica ed economica della Moldavia”.
Contestualmente, riporta la nota, “Filip si è spinto fino a coinvolgere il proprio paese in un’evidente violazione del diritto internazionale e della carta delle Nazioni Unite pur di mantenere il potere grazie al sostegno di Stati Uniti e di Israele”.