Moldavia. La presidente Maia Sandu ha sciolto il parlamento e ha chiesto elezioni anticipate l’11 luglio

di Alberto Galvi –

La presidente moldava Maia Sandu ha sciolto il parlamento e ha chiesto elezioni anticipate l’11 luglio, a neanche un anno dalle elezioni precedenti del 15 novembre 2020.
Sandu aveva sconfitto il presidente filorusso in carica Igor Dodon con una vittoria a sorpresa, ma da allora il Parlamento è rimasto impantanato in una lotta fra i poteri nonostante la maggioranza dei deputati fosse con la presidente.
La mossa potrebbe aiutare a porre fine a questa situazione di tensione continua. Durante i suoi quattro anni al potere Dodon ha potuto contare sul sostegno della Russia, che è desiderosa di preservare la sua influenza nel paese e ha truppe dispiegate nella regione separatista della Transnistria.
A marzo il parlamento ha votato per introdurre lo stato di emergenza di 60 giorni per arginare la pandemia di coronavirus che avrebbe impedito al presidente filo-occidentale di chiedere elezioni anticipate, ma ora la Corte costituzionale della Moldavia ha annullato il voto dei deputati.
Maia Sandu ha accusato il parlamento di tentare di sabotare la sua presidenza e di frenare i suoi poteri. Per due volte la maggioranza parlamentare guidata dai socialisti ha rifiutato di nominare i primi ministri che Sandu aveva proposto. In Moldavia il primo ministro è designato dal presidente previa consultazione con il parlamento.
La Moldavia, che conta circa 3,5 milioni di abitanti, è posta tra l’Ucraina e la Romania ed è membro della NATO (North Atlantic Treaty Organization), politicamente e strategicamente guarda all’Ue, mentre culturalmente e tradizionalmente è legata con la Russia.
Sandu ora spera che le elezioni dell’11 luglio portino una maggioranza parlamentare che le permetta di attuare i l suo programma contro la corruzione e a favore della democrazia.
La Moldavia negli ultimi anni si è portata vicina al collasso economico ed è uno dei paesi più poveri d’Europa. L’economia del paese fa molto affidamento sul suo settore agricolo, caratterizzato da frutta, vino, grano, verdura e tabacco. Dodon ha guardato alla Russia in cerca di aiuti, mentre Sandu ha presentato una più stretta integrazione con l’Ue come una via d’uscita dalla crisi; circa un milione di moldavi lavorano in Europa, Israele, Russia.