Mongolia. Ukhnaa Khurelsukh è il sesto presidente della Repubblica

di Alberto Galvi

L’ex primo ministro mongolo Ukhnaa Khurelsukh è diventato il sesto presidente democraticamente eletto del paese, consolidando ulteriormente il potere del partito di maggioranza MPP (Mongolian People’s Party). La presidenza è una posizione in gran parte cerimoniale, sebbene in alcuni casi includa poteri sull’esercito e il diritto di veto.
Secondo Enkhbat, risultato positivo al Covid-19 tre giorni prima del voto e ricoverato in ospedale, mentre Erdene è arrivato terzo. L’affluenza alle urne è stata registrata al 52,69 per cento, superando la soglia richiesta del 50 per cento.
Enkhbat era il candidato della RPEC (Right Person Electorate Coalation), una coalizione formata da MSDS (Mongolian Social Democratic Party), NLP (National Labour Party) e il JP (Justice Party), mentre Erdene è il candidato del partito DP (Democratic Party).
Il neo presidente eletto succederà a Khaltmaa Battulga, a cui è stata negata l’opportunità di candidarsi a seguito delle controverse modifiche alla costituzione che limitano il numero di mandati.
Da quando è iniziata la democrazia in Mongolia nel 1990, questa è l’ottava elezione presidenziale. Il leader del partito di maggioranza o della coalizione di maggioranza invece viene solitamente eletto primo ministro.
In seguito alle proteste che si sono avute all’inizio di quest’anno Khurelsukh è stato costretto a dimettersi da primo ministro. Il sistema politico della Mongolia è ibrido e conferisce al parlamento eletto il diritto di nominare i governi e decidere le scelte politiche.
Il presidente ha il potere di porre il veto nel Grande Hural e di assumere e licenziare i giudici. Con la presidenza spesso controllata dal partito di opposizione, la divisione del potere ha creato uno stallo politico che alcuni ritengono abbia frenato lo sviluppo del paese.
La Mongolia è un paese senza sbocco sul mare situato tra la Cina e la Russia, dove l’instabilità politica è un problema costante; la nazione ha approvato la sua prima costituzione nel 1992 dopo decenni di governo comunista.
La vittoria di Khurelsukh è seguita a una campagna elettorale di basso profilo per le restrizioni da Covid-19, tanto che la maggior parte degli eventi all’aperto è stata cancellata.
L’elezione di Khurelsukh dovrebbe dare all’MPP un maggiore controllo sulle leve del potere, anche se è obbligato a rinunciare alla sua affiliazione al partito non appena entra in carica.
La politica estera del paese si è concentrata sul bilanciamento delle relazioni con la Russia e la Cina. Con la prima dipende per il 90 per cento delle sue forniture energetiche, con la seconda dipende per oltre il 60 per cento del suo commercio estero.
Tradizionalmente influenzato dalla cultura nomade e basata su pastorizia e agricoltura, oggi più di due terzi della popolazione mongola vive nelle città. Il paese asiatico è anche uno dei più colpiti dal cambiamento climatico, a causa dell’aumento della desertificazione e dell’inquinamento.