Mozambico. Il governo Nyusi tra attacchi islamisti e progetti energetici

di Albereto Galvi

In Mozambico sono riprese le violenze da parte di un gruppo estremista islamico chiamato ASWJ (Ahlu Sunnah Wa-Jama), il quale opera nel paese dal 2017 ed è affiliato all’IS (Islamic State). Da allora, circa 500 persone sono state uccise.
Nell’ultima settimana sono stati decapitati 7 uomini, mentre sono stati rapiti bambini e donne e di altri ancora non se ne hanno più notizie. Inoltre sono state distrutte case, scuole e cliniche sanitarie. Nelle ultime settimane 156 mila persone sono dovute fuggire dalla provincia di Cabo Delgado nel nord del paese, per dirigersi verso le isole dove però le infrastrutture sono scarse. Le violenze si sono diffuse in 9 dei 16 distretti.
Diversi gruppi militanti radicali sono stati attivi da anni in quella regione. L’ASWJ è stato responsabile di dozzine di attacchi terroristici contro civili e forze governative nel nord del Mozambico.
La ripresa delle violenze sta danneggiando i progetti multimiliardari di gas naturale liquefatto, che dovrebbero moltiplicare le dimensioni dell’economia del Mozambico nei prossimi anni. La parte nord del paese ospita una delle maggiori riserve di gas naturale del mondo, dove sono in corso progetti da miliardi di dollari.
La francese Total e la società americana ExxonMobil Corporation, che gestiscono i 2 progetti di liquefazione del gas a terra, hanno chiesto al governo del Mozambico di inviare più truppe per proteggere le loro installazioni. Il governo mozambicano ha intanto promesso di fornire tutta la sicurezza necessaria alle compagnie straniere che hanno esplorato il gas naturale nel paese del sud-est africano.
La scoperta di giacimenti di gas al largo delle coste del Mozambico nel 2011 è destinata a trasformare l’economia di quel paese. Il governo mozambicano inizierà a produrre gas naturale liquefatto prima della fine del mandato di Filipe Nyusi nel 2024. Questi progetti potrebbero generare entrate per diversi miliardi di dollari.
Nonostante la recente crescita economica, oltre la metà dei 24 milioni di mozambicani continuano a vivere al di sotto della soglia di povertà. L’insurrezione islamista nell’estremo nord ha però sollevato molti dubbi sulla capacità dello stato di garantire la sicurezza.
Attualmente a proteggere le compagnie straniere nel nord del Mozambico ci sono circa 500 militari, ma ne hanno chiesto almeno altri 300 alle autorità del paese per proteggere i loro siti situati nella regione. Il governo mozambicano ha finora sostenuto che le violenze islamiste rientrano nella fattispecie delle azioni compiute dalla criminalità comune.
Neppure la SADC (Southern African Development Community) ha fatto entrare come prioritarie nella sua agenda le possibili risoluzioni alle atrocità che vengono compiute in Mozambico. Ricordiamo che la SADC è l’organizzazione che si occupa di attuare le politiche per la difesa e la sicurezza a livello regionale per i paesi dell’Africa australe. 
Le violenze scatenate in questo periodo dipendono anche dal fatto che la costa di Cabo Delgado è un importante crocevia per il contrabbando di droga e di altri prodotti illegali, un commercio che si ritiene contribuisca anche a finanziare l’insurrezione dell’ASWJ.