Mozambico. Nyusi a Mosca, incontra Putin per il partenariato sul gas

di Giuseppe Gagliano

Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto al Cremlino un lungo incontro con il leader mozambicano Felipe Nyusi, occasione per discutere della cooperazione bilaterale tra i due paesi. I due leader hanno inoltre affrontato questioni internazionali e regionali, ed il Mozambico resta per Mosca un partner rilevante, collaudato nel tempo e di lunga data: la storia delle relazioni bilaterali tra i due paesi furono stabilite il 25 giugno 1975, il giorno in cui il Mozambico dichiarò la sua indipendenza. Il trattato di amicizia e cooperazione tra l’Unione Sovietica e la Repubblica Popolare del Mozambico è stato firmato due anni dopo e cioè nel 1977.
Lo scopo dei colloqui di oggi è quello di costruire una sinergia tra il Mozambico e le compagnie russe fra le quali Rosneft, UAZ, GAZ, Kamaz, Inter Rao – Export e Gazprombank. A tale proposito va ricordato che il Mozambico ha cercato di sviluppare riserve di gas naturale che potrebbero rendere lo stato africano un grande esportatore di gas naturale liquefatto. Già nel 2015 la compagnia petrolifera e del gas russa Rosneft e il colosso energetico statunitense ExxonMobil avevano ottenuto le licenze per lo sviluppo di tre blocchi di acque profonde ricchi di gas al largo della costa del Mozambico. Anche la società statale Qatar Petroleum e la compagnia petrolifera e del gas Eni avevano aderito al progetto.
Nell’ottobre 2018 queste società hanno firmato contratti di concessione per l’esplorazione e la produzione di idrocarburi con il governo del Mozambico e la quota di Rosneft nei progetti è del 20 percento. Nel luglio 2019 è stato lanciato un complesso minerario e di trasformazione nella città di Pebane, una della provincia della Zambezia, per lo sfruttamento, il trattamento primario e l’esportazione di prodotti in titanio e zirconio ad opera della Tazetta Resources, che fa parte dell’azienda internazionale East Minerals, controllato da un numero di investitori russi.
Uno dei principali attori nella corsa al gas del Mozambico è l’Italia con Eni: già nel 2014, in occasione della visita dell’allora premier italiano Matteo Renzi, l’ad di Eni Claudio Descalzi aveva affermato a Maputo che “L’Eni ha fatto in Mozambico la più grande scoperta di gas della sua storia”, ovvero “2.400 miliardi di metri cubi di gas che consentirebbero di soddisfare il bisogno degli italiani per 30 anni”. Per l’occasione Eni, che nel paese africano opera in joint venture con la statunitense Anadarko Petroleum Corporation, aveva annunciato investimenti per 50 miliardi di euro.
Durante la visita di Mosca, Filipe Nyusi ha anche discusso con i rappresentanti della banca russa Gazprombank allo scopo di siglare accordi per il finanziamento di progetti nel settore petrolifero e del gas in Mozambico. In generale, in merito ai rapporti bilaterali di natura commerciale con lo Stato africano, va tenuto presente da un lato che nel marzo del 2018 è stata istituita la commissione intergovernativa russo-mozambicana sul commercio e la cooperazione economica, e dall’altro che il volume degli scambi commerciali tra Russia e Mozambico nel 2018 è stato di 115 milioni di dollari. Nella prima metà del 2019 gli scambi commerciali sono aumentati del 32% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Complessivamente la proiezione di potenza economica e militare del Cremlino in Africa ha avuto modo di concretizzare anche attraverso il memorandum d’intesa tra la comunità per lo sviluppo dell’Africa australe e la Federazione Russa, siglato nell’ottobre del 2018 e volto a creare una piattaforma regionale unificata per condividere con i paesi dell’Africa australe le opportunità di investimento da parte della Russia.