di Giuseppe Gagliano –
Il giorno di Natale una fuga di massa senza precedenti ha scosso il Mozambico: almeno 6miladetenuti sono evasi dal carcere centrale di massima sicurezza di Maputo, la capitale del Paese. Questo evento drammatico è avvenuto nel pieno delle proteste post-elettorali che hanno infiammato il Mozambico dopo che il Consiglio costituzionale ha confermato la vittoria del partito al governo, il Frelimo, nelle elezioni del 9 ottobre. La ribellione e l’evasione di massa non sono episodi isolati, ma sintomi di una crisi profonda che minaccia di destabilizzare non solo il Mozambico, ma l’intera regione dell’Africa meridionale.
Le elezioni del 9 ottobre, che hanno visto il Frelimo mantenere il potere, sono state segnate da accuse di frodi, manipolazioni e repressione politica. L’opposizione e numerose ONG locali, come Plataforma Decide, hanno denunciato irregolarità massicce e una gestione elettorale opaca. La conferma dei risultati da parte della Corte Suprema ha scatenato una violenta ondata di proteste in tutto il Paese, che ha già provocato almeno 261 morti.
Le manifestazioni si sono trasformate in un’escalation di violenza, con gruppi armati che hanno attaccato strutture governative e infrastrutture chiave. L’evasione dal carcere di Maputo rappresenta un’aggravante significativa: molti dei detenuti erano stati incarcerati per reati gravi, e il timore che possano unirsi ai disordini rende la situazione ancora più esplosiva.
La crisi politica e le violenze in Mozambico non sono un problema confinato ai suoi confini. Il Sudafrica, principale potenza economica della regione, ha già dirottato le rotte commerciali dal posto di frontiera di Lebombo verso quello di Mananga, in Eswatini, un tentativo di ridurre i rischi derivanti dall’instabilità nel vicino Mozambico.
L’instabilità sta già avendo un impatto sulle migrazioni: circa 13.000 persone hanno attraversato il confine con il Malawi, cercando rifugio dalla violenza. Questa crisi umanitaria è stata definita un’emergenza da un funzionario dell’UNHCR, mentre cresce il timore che l’afflusso di rifugiati possa mettere ulteriormente sotto pressione i Paesi limitrofi, già fragili dal punto di vista economico e sociale.
Il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, che presiede la Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale (SADC), ha dichiarato che il blocco regionale è pronto a intervenire. Tuttavia l’esperienza della SADC nel gestire crisi simili lascia dubbi sull’efficacia di un eventuale intervento, spesso limitato a dichiarazioni di intenti e azioni tardive.
La posta in gioco è alta. L’instabilità del Mozambico rischia di innescare un effetto domino nell’intera regione, alimentando traffici illeciti di armi e droga, oltre a incentivare l’attività di gruppi criminali transnazionali. Il controllo delle frontiere diventa più complicato, mentre le rotte commerciali, vitali per le economie locali, vengono messe a rischio.
Il Mozambico è anche un punto focale per l’estrazione di risorse naturali, in particolare gas naturale e carbone, settori che rappresentano una fetta significativa delle esportazioni del Paese. L’instabilità politica potrebbe scoraggiare gli investimenti stranieri, danneggiando ulteriormente un’economia già fragile.
La crisi in Mozambico evidenzia una volta di più come la fragilità politica e istituzionale di molti Paesi africani possa trasformarsi in un pericolo regionale. La fuga di massa dal carcere di Maputo non è solo un evento drammatico, ma un simbolo di un sistema al collasso.
La comunità internazionale, così come gli attori regionali, devono affrontare la realtà: senza un intervento concertato e risolutivo, l’instabilità del Mozambico potrebbe trasformarsi in una crisi su scala continentale. Il rischio non riguarda solo la sicurezza, ma anche il futuro economico e sociale di un’intera regione che non può permettersi ulteriori battute d’arresto.
La ribellione nelle prigioni e le violenze nelle strade sono solo l’inizio di una crisi che, se lasciata irrisolta, minaccia di ridisegnare gli equilibri dell’Africa meridionale in modi difficili da prevedere, ma certamente pericolosi.