Mozambico. TotalEnergies: intrecci geopolitici ed economici di un progetto miliardario

di Giuseppe Gagliano –

Il progetto di gas naturale liquefatto (GNL) di TotalEnergies in Mozambico, il più grande investimento mai realizzato nel Paese, rappresenta un caso emblematico di come le dinamiche politiche e di sicurezza globale influenzino le decisioni economiche e gli equilibri geopolitici.
TotalEnergies punta a sbloccare 4,7 miliardi di dollari di finanziamenti dalla Exim Bank statunitense, un’operazione vitale per rilanciare il progetto di Afungi, sospeso nel 2021 a causa dell’escalation di violenza nella provincia settentrionale di Cabo Delgado. La multinazionale ha cercato di rassicurare Washington, sottolineando i progressi nella sicurezza, grazie all’intervento delle forze ruandesi e della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (SADC), che hanno ripreso il controllo del territorio dai gruppi jihadisti.
Tuttavia le reticenze della banca statunitense, influenzate anche da una parte dei legislatori democratici ostili al finanziamento di progetti legati ai combustibili fossili, riflettono il crescente conflitto tra priorità economiche e ambizioni climatiche globali.
L’interesse statunitense per il progetto va oltre l’aspetto economico. Sostenere il GNL del Mozambico significa consolidare la propria presenza in una regione strategica, contrastando l’avanzata cinese in Africa. Pechino, infatti, ha già investito massicciamente in infrastrutture energetiche nel continente, mirando a rafforzare la propria influenza. Il supporto americano a TotalEnergies, dunque, si inserisce in una più ampia strategia di contenimento della Cina, che vede il gas africano come un’alternativa valida rispetto alla dipendenza energetica da Mosca e dal Medio Oriente.
Sul fronte africano il progetto di Total rappresenta una promessa di sviluppo economico per il Mozambico, un Paese tra i più poveri del mondo. Le entrate derivanti dal gas naturale potrebbero trasformare l’economia nazionale, migliorando infrastrutture, istruzione e servizi. Tuttavia, la sicurezza rimane una sfida cruciale. Le milizie jihadiste, che hanno devastato Cabo Delgado, sono il sintomo di tensioni sociali e povertà radicate, che rischiano di minare qualsiasi progresso economico.
La situazione attuale pone interrogativi sia economici che politici. Gli Stati Uniti sosterranno il progetto, nonostante le pressioni interne contro i combustibili fossili? TotalEnergies riuscirà a bilanciare i rischi di sicurezza con le opportunità di profitto? E il Mozambico saprà evitare che i proventi del gas alimentino corruzione e disuguaglianze?
Quello che appare chiaro è che il progetto di Afungi è più di una semplice operazione economica. È un crocevia di interessi globali, in cui si giocano partite fondamentali per il futuro energetico, politico e sociale del Mozambico e della regione.