Nagorno Karabakh. 39 i morti, 7 i civili. La Russia invita alla ‘moderazione’

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La diplomazia internazionale è al lavoro per sembrare la tensione al confine tra il Nagorno Karabakh e l’Azerbaijan, che considera la regione secessionista ed occupata dall’Armenia.
Il vice ministro degli Esteri russo Andrei Rudenko ha riferito oggi di essere in contatto con l’Osce per arrivare ad una soluzione prima che gli scontri di ieri e oggi, che hanno provocato già 39 morti, si trasformino in una vera e propria guerra, ed ha chiesto “a tutti gli attori interni ed esterni di mostrare la massima moderazione, in particolare in termini di retorica. È importante essere il più prudenti possibile in questo momento per garantire un cessate-il-fuoco e riportare le parti al tavolo delle trattative”.
Per quanto la Russia appoggi l’Armenia, paese considerato satellite di Mosca e comunque membro dell’Unione economia euroasiatica voluta da Vladimir Putin, Rudenko ha affermato che “In qualità di copresidente del Gruppo di Minsk dell’OSCE, la Russia è attivamente coinvolta nel processo dal 1991. Intendiamo mantenere i contatti con tutti i nostri partner”.
I morti in neanche due giorni di scontri sono 39, di cui 5 civili azeri e due armeni; il resto sono militari impegnati nei combattimenti, soprattutto del Nagorno Karabakh.