Nagorno Karabakh. Borrell, ‘rispettate il cessate-il-fuoco’. Ma Lavrov lo ritiene ‘non rispettato’

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Il Pesc (Alto rappresentate per la Politica estera dell’Ue) Josep Borrell è intervenuto in occasione del Consiglio Esteri dell’Unione Europea affermando che “il Gruppo Osce di Minsk sostiene compatto il cessate-il-fuoco al fine di riprendere la via dei negoziati” e giungere ad una soluzione condivisa del conflitto mai risolto del Nagorno Karabakh, che dal 27 settembre si è riacutizzato con centinaia di morti fra i militari e i civili. Ancora ieri vi sono stati colpi di artiglieria sulla capitale del Nagorno Karabakh, Stepanakert, e sulla città azera di Ganja. Alla base del conflitto vi è la dichiarazione di indipendenza, avvenuta nel 1988, della regione dalla Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaijan, regione subito occupata dai militari armeni. Nella guerra 1992 – 1994 persero la vita 30mila soldati, e l’occupazione del Nagorno Karabakh e di atre sette province dell’Azerbaijan da parte degli armeni provocò un milione di profughi.
L’incontro di sabato a Mosca tra i ministri degli Esteri di Azerbaijan, Jeihun Bayramov, e di Armenia, Zohrab Mnatsakanian, mediato dal ministro russo Sergei Lavrov, aveva stabilito il cessate-il-fuoco di cui entrambe le parti accusano di aver infranto. Oggi Lavrov ha dovuto constatare che “questo accordo di tregua non è stato pienamente rispettato”.
Il Gruppo di Minsk è composto da Armenia, Azerbaijan, Italia, Bielorussia, Germania, Portogallo, Paesi Bassi, Turchia, Svezia e Finlandia, ed ha come co-presidenti la Russia, gli Usa e la Francia. Ben quattro risoluzioni Onu, peraltro mai rispettate da Erevan, hanno chiesto nel 1993 il ritiro incondizionato dei militari armeni dal Nagorno Karabakh, nella fattispecie la 822, la 853, la 874 e la 884.