Nagorno Karabakh. I copresidenti del Gruppo di Minsk invitano al cessate-il-fuoco

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Il presidente Usa Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron e quello russo Vladimir Putin hanno emesso una dichiarazione congiunta con la quale hanno chiesto l’immediato cessate-il-fuoco in Nagorno Karabakh, regione che l’Azerbaijan riconosce come propria ma costituitasi in repubblica indipendente, per quanto supportata esclusivamente dall’Armenia.
Francia, Usa e Russia sono copresidenti del “Gruppo di Minsk” dell’Osce, e nella dichiarazione è stato chiesto ai leader di Armenia ed Azerbaijan di “di impegnarsi senza indugio a riprendere negoziati sostanziali, in buona fede e senza precondizioni, sotto gli auspici dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce”.
Il conflitto, in realtà mai sopito e fatto negli anni di numerose scaramucce di confine, si è acuito in questi giorni con numerose vittime tra i militari e i civili, ed oggi Hikmat Hajiyev, capo del Dipartimento di Politica estera della presidenza azera ha riferito che “Le Forze Armate dell’Armenia continuano a fare fuoco sugli insediamenti dell’Azerbaigian con artiglieria pesante e altre armi di grosso calibro.
A seguito dell’intenzionale e mirato bombardamento degli insediamenti da parte delle Forze Armate dell’Armenia, sono state uccise 17 persone compresi due bambini e sono state ferite 51 persone. Strutture private e pubbliche sono state danneggiate.
Queste azioni dimostrano un’ennesima volta che l’Armenia è lontana dai valori civili ed è un paese che commette attacchi insidiosi contro i civili e i minori. Mirare o uccidere deliberatamente i civili durante operazioni militari è un crimine di guerra. Lo Stato armeno e la leadership politica dell’Armenia hanno la responsabilità per questo. Il primo attacco è stato effettuato dalla regione di Vardenis dell’Armenia.
Come nuovo atto di aggressione contro il nostro paese, oggi il territorio dell’Azerbaigian è stato sottoposto ad attacchi di razzi dalla regione di Goris dell’Armenia. Questa è la seconda occasione di attacco dell’Armenia nel territorio dell’Azerbaigian. A seguito dei razzi, circa 20 case sono state danneggiate nel villaggio di Jojug Marjanli, costruito recentemente per gli sfollati interni.
Avvertiamo la parte armena che nel caso in cui gli attacchi in Azerbaigian provenienti dal territorio dell’Armenia, non si fermeranno, saranno prese misure adeguate contro i rispettivi obiettivi militari autori degli spari”.
Due giornalisti di Le Monde sono rimasti feriti dal fuoco azero, ed il ministero della Difesa di Baku ha comunicato che “Consentire deliberatamente l’accesso di giornalisti stranieri nelle zone di pericolo dimostra in modo chiaro che il governo dell’Armenia sta ignorando i suoi obblighi di garantire la sicurezza dei giornalisti e che sta utilizzando i giornalisti stranieri per i propri scopi di propaganda.
Invitiamo i giornalisti stranieri ad ottenere in primo luogo l’autorizzazione da parte dell’Azerbaigian per una visita nella regione azerbaigiana del Nagorno Karabakh e nei distretti adiacenti, in entrambi i casi sotto occupazione militare da parte dell’Armenia”.
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che pecca di neutralità in quanto anche la Turchia è paese membro del Gruppo di Minsk ma che anche in passato ha detto che l’Azerbaijan avrebbe tutto i diritto di riprendersi il Nagorno Karabakh con qualsiasi mezzo, ha confermato oggi la sua posizione affermando che “un cessate-il-fuoco duraturo dipende dal ritiro dell’Armenia da ogni palmo di territorio dell’Azerbaijan”.
Macron ha denunciato oggi la presenza di combattenti jihadisti tra le fila degli azeri: “Disponiamo di notizie certe che indicano che combattenti jihadisti siriani sono passati attraverso Gaziantep, per raggiungere il teatro di operazioni. Si tratta di un fatto nuovo e molto grave, ne parleremo qui al Consiglio europeo, e col presidente Putin e Trump abbiamo concordato di condividere tutte le informazioni che abbiamo su questa situazione e trarne le conseguenze”.
Il presidente azero Ilham Aliyev ha comunque smentito la dichiarazione di Macron affermando che “Non ci sono combattenti dalla Siria in questo momento sul fronte. Si tratta di un’altra falsità armena non confermata da prove. L’Azerbaigian ha un esercito addestrato e una riserva di mobilitazione molto ampia. L’Azerbaigian con i suoi 10 milioni di abitanti, a fronte dei 2 milioni dell’Armenia, non ha bisogno di risorse umane”.
Anche in merito al ruolo della Turchia Aliyev ha precisato che “ha un ruolo stabilizzante nella regione e rappresenta un amico fraterno e un alleato per l’Azerbaigian, a cui ha manifestato immediatamente il suo appoggio. Quello della Turchia è un sostegno morale, e nient’altro. La Turchia non partecipa con nessun altro ruolo al conflitto, e le notizie diffuse dalla parte armena di una partecipazione della Turchia come parte del conflitto sono provocatorie. L’esercito azerbaigiano è sufficientemente preparato per garantire la protezione del suo popolo e del suo territorio”.