Nagorno Karabakh. Ignorato il cessate-il-fuoco: missili sulla città azera di Barda

L’ambasciatore Ahmadzada, ‘i paesi che chiedono un cessate-il-fuoco devono finalmente capire che l'Armenia vuole la guerra’.

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Nonostante gli sforzi di Mosca e dell’Osce ogni cessate-il-fuoco viene disatteso in Nagorno Karabakh dove, al di là di chi abbia ripreso un conflitto mai sopito, gli azeri proseguono ora fra pesanti scontri e perdite nel tentativo di riprendere la regione autoproclamatasi trent’anni fa indipendente grazie all’appoggio dei militari armeni, che hanno occupato anche altre sette province dell’Azerbaijan causando migliaia di morti e un milione di profughi.
Da giorni missili azeri colpiscono la capitale dell’autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh e i sistemi difensivi dei militari, mentre gli armeni bombardano con le loro batterie villaggi e città dell’Azerbaijan.
Oggi il ministero degli Esteri dell’Azerbaigian ha riportato una dichiarazione secondo cui “il 27 ottobre, 4 civili, tra cui un minore, sono stati uccisi e altri 13, compresi bambini e donne, sono rimasti gravemente feriti a causa del lancio di missili provenienti dal sistema reattivo Smerch, lanciati dalle forze armate dell’Armenia contro il distretto di Barda dell’Azerbaigian”.
Come riporta lo stesso comunicato, il fatto è avvenuto “alla vigilia dell’incontro dei ministri degli Esteri dei due Paesi con i copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE a Ginevra (Francia, Russia e Usa, ndr)”, ed il ministero ha parlato di “una chiara dimostrazione del fatto che l’aggressore Armenia non è interessata a una soluzione politica del conflitto e cerca a tutti i costi di ostacolare i negoziati”

L’ambasciatore Mammad Ahmadzada.

L’ambasciatore dell’Azerbaigian a Roma Mammad Ahmadzada è intervenuto affermando che “Dopo l’annuncio di tutti e tre i regimi di cessate-il-fuoco, l’Armenia ha lanciato razzi a grappolo contro le città azerbaigiane lontane dal fronte. Le prime due volte a Ganja, e ora a Barda, uccidendo civili e bambini innocenti, commettendo crimini di guerra. I paesi che chiedono un cessate-il-fuoco devono finalmente capire che l’Armenia vuole la guerra, non la pace. Devono capire che l’obiettivo dell’Armenia è mantenere sotto occupazione i territori dell’Azerbaigian, e per questo l’Armenia è pronta a trascinare l’intera regione, anche il mondo, nel grande caos. C’è solo una via d’uscita da questa situazione. L’intera comunità mondiale deve imporre all’Armenia la pace e chiedere il ritiro immediato, incondizionato e completo delle truppe dell’Armenia dai territori occupati dell’Azerbaigian. Non bisogna credere alle suppliche ingannevoli e alle lacrime di coccodrillo dell’Armenia, aggressore! Il sangue di quanti altri innocenti bambini azerbaigiani deve scorrere affinché il mondo capisca qual è il vero volto dell’Armenia? Dopo tutto questo, chiedere un cessate il fuoco senza le garanzie richieste dall’Azerbaigian significa creare le condizioni affinché l’Armenia possa bombardare la popolazione civile azerbaigiana”.