Nagorno Karabakh. La Comunità armena di Roma scive a von der Leyen

Approfittando della sua visita romana lunedì 9 gennaio, il Consiglio per la comunità armena di Roma ha indirizzato alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, una lettera aperta nella quale viene sottolineata la grave crisi umanitaria in atto nel Nagorno Karabakh (Artsakh).
L’enclave armena dal 12 dicembre scorso è di fatto isolata dall’Armenia e quindi dal resto del mondo a causa del blocco imposto dall’Azerbaigian sull’unica strada di collegamento attraverso il corridoio di Lachin. 120.000 armeni da quasi un mese non ricevono più cibo, medicine e approvvigionamenti.
“Qualche mese fa nel corso della sua visita a Baku, – si legge nel testo della lettera – Lei ha definito l’Azerbaigian dell’autocrate Aliyev un “partner affidabile e degno di fiducia” nonostante le gravissime lacune in tema di rispetto dei diritti umani e della libertà di informazione di quel Paese.
La diversificazione delle scelte energetiche da parte dell’Unione europea ha ovviamente la sua importanza strategica, tuttavia non crediamo che l’approvvigionamento del gas (azero?) debba far passare in secondo piano la difesa di principi e valori che sono elementi fondamentali dell’Unione europea stessa.”
Il Consiglio chiede alla presidente von der Leyen la necessaria attenzione a quanto sta accadendo nel Caucaso meridionale.

Illustre presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen,
dal momento che oggi si trova in visita a Roma cogliamo l’occasione per scriverle questa lettera aperta.
Come forse Lei saprà, dal 12 dicembre l’Azerbaigian ha isolato l’enclave armena del Nagorno Karabakh (Artsakh) bloccando l’unica strada che collega questa regione all’Armenia.
Lo ha fatto con ridicoli pretesti e in violazione dell’accordo di tregua del novembre 2020, susseguente alla guerra scatenata dall’Azerbaigian.
Da quasi un mese, 120.000 armeni sono tagliati fuori dal resto del mondo. Cibo e medicine sono in esaurimento, le operazioni chirurgiche sono sospese e solo pochi gravi malati possono essere trasferiti in Armenia con convogli della Croce Rossa Internazionale.
Una crisi umanitaria è in atto nella quasi indifferenza dei più.
Qualche mese fa, nel corso della sua visita a Baku, Lei ha definito l’Azerbaigian dell’autocrate Aliyev un “partner affidabile e degno di fiducia” nonostante le gravissime lacune in tema di rispetto dei diritti umani e della libertà di informazione di quel Paese.
La diversificazione delle scelte energetiche da parte dell’Unione europea ha ovviamente la sua importanza strategica, tuttavia non crediamo che l’approvvigionamento del gas (azero?) debba far passare in secondo piano la difesa di principi e valori che sono elementi fondamentali dell’Unione europea stessa.
Ci aspettiamo dunque, presidente Von der Leyen, che vorrà quanto prima dedicare attenzione a quanto sta accadendo nel Caucaso meridionale e spendere qualche parola per il popolo armeno del Nagorno Karabakh che ancora una volta si trova ad affrontare giorni difficili causati da un odio etnico che il “partner affidabile” ha eretto a fondamento del proprio regime.
Siamo certi che il compianto presidente David Sassoli avrebbe condiviso il nostro pensiero
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