Niger. Ballottaggio: Mohamed Bazoum ha vinto provvisoriamente le elezioni

di Alberto Galvi

La commissione elettorale del Niger ha dichiarato il candidato del partito al governo PNDS-Tarayya (Nigerien Party for Democracy and Socialism-Tarayya) Mohamed Bazoum vincitore del ballottaggio delle elezioni presidenziali del Paese. Nella prima tornata di votazioni, tenutasi il 27 dicembre scorso, l’ex ministro dell’Interno Bazoum aveva raccolto poco più del 39 per cento dei voti. Ousmane è arrivato secondo, appena sotto il 17 percento.
Durante il ballottaggio Bazoum si è assicurato il 55,75 percento dei voti espressi il 21 febbraio scorso, battendo l’ex presidente Mahamane Ousmane del partito CDS-Rahama (Democratic and Social Convention-Rahama), che ne aveva ottenuto il 44,25 per cento, come annunciato martedì da Issaka Souna, presidente della CENI (National Independent Electoral Commission).
Questi risultati sono provvisori e devono essere sottoposti ancora all’analisi della Corte costituzionale. Inoltre Ousmane ha denunciato una frode diffusa come il furto e il riempimento delle urne e minacce contro gli elettori, anche se per queste accuse non ha fornito alcuna prova.
Il presidente uscente Mahamadou Issoufou del partito PNDS-Tarayya si è dimesso volontariamente dopo due mandati di cinque anni, aprendo la strada al primo passaggio di potere democratico del Niger da quando divenne indipendente dalla Francia nel 1960.
Negli ultimi anni il Paese si è impoverito a causa degli attacchi di gruppi armati che si sono estesi a Ovest provenienti dal Mali e a Sud-Est provenienti dalla Nigeria. Il giorno delle elezioni nella regione occidentale di Tillaberi, sette lavoratori locali del CENI sono rimasti uccisi quando il loro veicolo ha colpito una mina. Il giorno dopo nella regione Sud-orientale di Diffa un ordigno esplosivo simile ha causato la morte di un presidente di seggio, mentre altri nove scrutatori sono rimasti feriti.
Per Ousmane questo è stato il suo quinto tentativo di ottenere la presidenza dal suo rovesciamento avvenuto nel 1996, mediante un colpo di Stato avvenuto tre anni dopo essere diventato il primo presidente democraticamente eletto del Paese.