Niger. La lotta al terrorismo islamico e al traffico di migranti passa da questo paese africano

di Alberto Galvi

Il Niger è un paese africano situato nella regione del Sahel insieme a Burkina Faso, Ciad, Mali e Mauritania. Il Niger è al centro delle strategie internazionali antiterroristiche della regione. Negli ultimi anni il paese si è impegnato militarmente a combattere la crescente minaccia da parte dei gruppi radicali islamici tra cui l’IS (Islamic State) e i gruppi jihādisti affiliati ad al-Qaeda come i Boko Haram, l’ISWAP (Islamic State in West Africa Province) e la Jama’tu Ahlis Sunna Lidda’awati wal-Jihad.
In totale si parla di circa 20 gruppi jihādisti attivi nella regione, come il JNIM (Jamaat Nusrat al-Islam wal Muslimeen), l’ISGS (Islamic State in the Greater Sahara), l’AQIM (Al-Qaeda in the Islamic Maghreb). Questi gruppi sono tra i più attivi in ​​Mali, Ciad e in Nigeria, ma spesso organizzano incursioni transfrontaliere anche in Niger.
Codesti gruppi terroristici che operano in Niger, hanno come modus operandi quello di effettuare attacchi contro obiettivi mirati, come nel marzo di quest’anno quando alcuni attentatori suicidi e uomini armati hanno ucciso 12 persone a Diffa. Altri terroristi, hanno ucciso lo scorso maggio 28 soldati nigeriani a Tillabér. Episodi simili a questi, si sono verificati durante tutto l’anno in corso.
Il paese africano fa parte della FC-G5S (Joint G5 Sahel Force), un’operazione di contrasto al terrorismo, iniziata nel febbraio 2017, dall’organizzazione G5 Sahel, che è nata nel 2014, e opera in una regione in cui i gruppi armati jihādisti hanno obiettivi e caratteristiche diverse. Per combattere i gruppi radicali islamici, truppe francesi hanno effettuato tra l’1 e il 10 ottobre scorso una missione antiterroristica nell’area di confine tra Niger e Ciad. L’insicurezza è cresciuta negli ultimi mesi, anche nella parte centrale del Mali e nella regione settentrionale del Burkina Faso.
Gli Stati Uniti per combattere il terrorismo internazionale, hanno costruito una base da 110 milioni di dollari per droni armati vicino ad Agadez ed è pienamente operativa. La base di Agadez è controllata dalle forze nigeriane, ma le forze armate statunitensi hanno diritti esclusivi su circa il 20% del perimetro del complesso, che è di circa 15 km.
L’FC-G5S è invece una forza congiunta dell’antiterrorismo, composta da 4.500 soldati, provenienti dal Burkina Faso, Ciad, Mali, Niger e Mauritania. L’idea di questa nuova organizzazione regionale è sostenuta dalla Francia, ma è stata minata dalla carenza di fondi, dalla scarsa attrezzatura e dalla mancanza di formazione.
Il paese transalpino è il paese europeo più impegnato militarmente in questa regione, ed è destinato a far fronte alle sfide, alla sicurezza e allo sviluppo nella regione del Sahel.
Ci sono divergenze sulla gestione della FC-G5S tra i paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza impegnati nel Sahel. La Francia ha già da tempo chiesto finanziamenti regolari per questa missione, ma gli Stati Uniti hanno respinto il finanziamento diretto, preferendo invece finanziamenti bilaterali per i singoli paesi.  
La Francia mantiene in Niger una base militare nei pressi dell’aeroporto di Niamey, capitale del paese, e un’altra a Madama, nel nord. La Francia iniziò il suo intervento militare nel 2013, che si trasformò nell’attuale operazione Barkhane, che ha preso il posto dell’operazione Serval in Mali e dell’operazione Épervier in Ciad, con un mandato per le operazioni di antiterrorismo nella regione del Sahel.
In questa operazione circa 4.500 soldati francesi sono schierati e lavorano a fianco della FC-G5S, alla quale contribuiscono anche il Regno Unito con elicotteri e con una unità di fanteria estone. La forza militare congiunta è stata sostenuta lo scorso aprile dall’Unione africana, mentre l’Unione europea ha impegnato un sostegno finanziario di 50 milioni di euro. Il budget complessivo del FC-G5S è stimato in 600 milioni di dollari, che è principalmente di competenza degli stati del G5 del Sahel.
Il contributo tedesco alle operazioni contro l’immigrazione irregolare è di tipo logistico e si trova a Niamey. I 40 soldati tedeschi di stanza nella capitale del Niger, fanno parte del contingente del paese per la missione MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali). Questa operazione è stata istituita con la risoluzione 2100 del Consiglio di sicurezza del 25 aprile 2013, per sostenere i processi politici in Mali, e svolgere una serie di compiti relativi alla sicurezza.
Anche l’Italia ha inviato nel paese africano 470 soldati, con 130 veicoli terrestri e 2 aerei, per combattere il traffico di esseri umani verso l’Europa. Il Niger è un paese di transito chiave per i migranti, che arrivano in Europa attraverso la Libia. Inoltre per monitorare i flussi migratori è stato sviluppato dallo IOM (International Organization for Migration) il MIDAS (Migration Information and Data Analysis System).
A Baga c’è il quartier generale in Niger della MNJTF (Multinational Joint Task Force), per combattere contro i terroristi islamici del Boko Haram. Il MNJTF è sotto la guida politica della LCBC (Lake Chad Basin Commission), che è stato incaricato dall’AU-PSC (African Union Peace and Security Council), ed è composta da 10 mila soldati del Camerun, Ciad, Niger e Nigeria. L’Unione europea ha contribuito a questa missione dalla fine del 2015 con l’APF (African Peace Facility), che è uno strumento finanziario europeo per sostenere la cooperazione con l’Africa in tema di pace e sicurezza.
A livello politico il Niger ha come presidente dal 2011 Mahamadou Issoufou, del partito PNDS (Nigerien Party for Democracy and Socialism). Grazie a lui il Niger ha accettato di contribuire a far parte di una forza regionale per combattere i militanti di Boko Haram, e gli altri gruppi radicali islamici della regione.
I capi di stato e di governo dell’ECOWAS (Economic Community of West African States), hanno eletto il presidente nigerino Mahamadou Issoufou, come presidente dell’organizzazione regionale per un mandato di un anno, e ha adottato l’ECO come nome della moneta unica da emettere nel gennaio 2020. Il presidente Issoufou è stato eletto di leader di ECOWAS ad Abuja, subentrando al presidente Muhammadu Buhari della Nigeria.
Il Niger dal gennaio del 2020, diventerà per 2 anni un membro non permanente del Consiglio di sicurezza. L’incarico all’ONU, arriva in un momento di grande insicurezza nella regione del Sahel. Il Niger viene considerato dalla comunità internazionale, come un partner strategico nella lotta al terrorismo internazionale, e al contrasto della tratta di esseri umani.

Mahamadou Issoufou.