Nigeria. Abuja chiude i confini terrestri: allarme contrabbando

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Il governo nigeriano ha annunciato il blocco di tutti gli scambi commerciali transfrontalieri via terra fino al 31 gennaio del prossimo anno. La decisione segue a una prima chiusura parziale dei confini e delle dogane in vigore da agosto, che aveva l’obiettivo di bloccare il contrabbando di riso e di altri beni.
Stando alle autorità di Abuja, come riportato dal quotidiano locale “Pulse”, nel corso di questi tre mesi di parziale interruzione degli scambi sono state intercettate merci destinate al contrabbando per un valore complessivo di 2.300 miliardi di naira, pari a circa 5,7 miliardi di euro. Al confine sono stati bloccati soprattutto armi e riso, ma non solo. Secondo la stampa locale sono stati fermati anche 203 migranti senza documenti e tre presunti trafficanti.
Joseph Attah, portavoce del Servizio doganale nigeriano (Ncs), ha detto alla Nigerian News Agency (Nan) che “l’operazione continuerà fino a che non raggiungerà l’obiettivo prefissato”. Secondo altri dirigenti del Ncs, già la prima fase della misura sarebbe “un incredibile successo”.
Tra gli obiettivi ci sarebbe anche garantire che i Paesi membri della Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale (Ecowas), di cui anche la Nigeria e’ membro, rispettino i termini stabiliti nei trattati di scambio.
Non si sono fatte attendere le reazioni dei leader dei Paesi confinanti. La testata locale ‘Punch’ ha riferito che i governi di Ghana e Benin hanno espresso preoccupazione di fronte al presidente Muhammadu Buhari.
Insieme con la Nigeria, per ragioni diverse, già quattro Paesi avevano chiuso completamente o in modo parziale i loro confini: Kenya, Ruanda, Eritrea e Sudan.