Nigeria. Arrestato separatista Biafra, Londra chiede chiarimenti

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Una richiesta di chiarimenti circa la “legalità” dell’arresto di un dirigente del movimento separatista del Biafra con doppia cittadinanza, nigeriana e britannica, è stata formulata ad Abuja dai rappresentanti del governo del Regno Unito.
A intervenire sul caso, che riguarda Nnamdi Kanu, 53 anni, animatore dell’organizzazione Indigenous People of Biafra e dell’emittente Radio Biafra, è stata la “British High Commission” in Nigeria. La rappresentanza diplomatica ha fatto sapere con dichiarazioni rilasciate all’emittente Bbc di essere pronta a garantire “assistenza consolare” al connazionale.
Sulla stampa nigeriana sono state pubblicate ricostruzioni differenti rispetto all’arresto, avvenuto domenica, circa quattro anni dopo la fuga all’estero di Kanu, che dal 2015 era indagato per “terrorismo” e “tradimento”. Le manette sarebbero scattate, non è chiaro se in Etiopia o in un altro Paese dell’Africa, in esecuzione di un mandato dell’Interpol su richiesta nigeriana.
Oggi, dopo la conferma dell’arresto da parte dell’Alta corte federale, Kanu è detenuto ad Abuja. Il processo a suo carico dovrebbe riprendere il 26 luglio.
Da tempo il dirigente risiedeva a Londra. Il Biafra, una regione che coincide approssimativamente con il sud-est della Nigeria, fu epicentro di un conflitto civile tra il 1967 e il 1970. A partecipare all’offensiva dell’esercito nigeriano che alla fine ebbe la meglio sulla repubblica separatista fu anche l’attuale capo di Stato, l’ex generale Muhammadu Buhari.
Di Biafra si è parlato di recente anche per la decisione del governo di Abuja di vietare l’utilizzo di Twitter. Il social americano è finito nel mirino per aver cancellato un messaggio di Buhari rivolto proprio ai militanti separatisti. Il presidente aveva minacciano di usare nei confronti di “coloro che si comportano male” oggi “un linguaggio che comprenderanno”. Ce l’aveva con l’Eastern Security Network e altri gruppi coinvolti negli ultimi mesi in scioperi, proteste e anche in agguati nel sud-est della Nigeria. Secondo un portavoce di Twitter, il post “violava le regole” fissate dal social. Il governo di Abuja ha però protestato un denunciando un “doppio standard” a vantaggio di separatisti e violenti: “Twitter può avere le sue regole – questa la posizione ufficiale – ma non sono regole universali”.
Secondo stime ritenute attendibili a livello internazionale, durante la guerra del Biafra offensive militari ed embarghi alimentari causarono oltre un milione di morti.