Nigeria. La comunità LGBT al tempo del coronavirus

di Alberto Galvi –

La Nigeria in questo tempo di pandemia sta esponendo lo Stato al declino della sua sanità pubblica con la mancanza di attrezzature, farmaci e medici.
A supplire a queste mancanze della sanità pubblica ci hanno pensato diverse organizzazioni non governative che stanno soddisfacendo le esigenze sanitarie di diverse comunità del paese.
Questa situazione sta anche dimostrando come la popolazione LGBT nigeriana abbia un accesso limitato alle cure mediche.
La congestione delle strutture sanitarie pubbliche e la mancanza di attrezzature e personale come farmaci e medici hanno creato un’enormità di problemi a chi deve usufruire di questi servizi.
Il problema è nato a causa dei blocchi che sono stati imposti dal governo nigeriano in diverse città del paese nel tentativo di fermare la diffusione del virus, consentendo solo alle imprese essenziali di operare.
A causa di questi blocchi i soldati e forze di sicurezza hanno costretto le persone a rimanere a casa anche se ciò significava ricorrere all’uso della forza.
Pertanto, i nigeriani LGBT che cercano di accedere al trattamento per l’HIV si trovano ad affrontare più soprusi.
Ciò deriva dal fatto che la Nigeria rimane uno dei paesi più omofobi al mondo, rendendo i membri della comunità LGBT nigeriana obiettivi di discriminazione e abuso.
Ricordiamo che la Nigeria è un paese a maggioranza musulmana e con una minoranza cristiana abbastanza numerosa.
L’omosessualità è infatti poco tollerata in Nigeria, come in tutti quei paesi dove i precetti religiosi sono anche legge dello Stato.
Chi si dichiara apertamente omosessuale in Nigeria rischia la morte per lapidazione. L’omosessualità è illegale nella maggior parte dei paesi africani, con pene che vanno dall’ergastolo fino alla pena di morte.
In Nigeria nel 2014 l’allora presidente Goodluck Jonathan ha varato una legge che vietava le relazioni tra gay, aumentando l’intolleranza nei confronti della comunità LGBT nella società nigeriana.
Il paese africano non ha mai rivelato quante persone sono state detenute in base alla legge, ma si stima che il numero sarà probabilmente pari a centinaia ogni anno. 
La legge in questione ha suscitato le proteste della comunità internazionale, con la condanna dell’organizzazione mondiale dei diritti umani e dei governi occidentali.
Per questa ragione per gli esponenti dei movimenti LGBT nigeriani chiedere aiuto diventa così difficile, in quanto non esistono diritti o protezioni da parte dello Stato contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.
La situazione però sta piano piano cambiando dal 4 maggio con la stretta sulla popolazione che si sta allentando. Per questa ragione la popolazione LGBT nigeriana avrà maggiori possibilità di accesso ai farmaci antiretrovirali per combattere l’HIV.
Sebbene la Nigeria abbia chiuso i suoi confini aerei per rallentare la diffusione del coronavirus, i voli essenziali per approvvigionarsi di forniture mediche e droghe possono ancora entrare nel paese, ma non senza ritardi.
Nonostante la comunità LGBT non stia passando un buon momento sta dimostrando una grande solidarietà al suo interno attraverso l’aiuto di piattaforme digitali con cui i membri dei diversi gruppi tengono i contatti.