di Giuseppe Gagliano –
Un recente rapporto dell’Agenzia anti-corruzione nigeriana ha rivelato che l’ex governatore dello Stato di Kaduna, Nasir el-Rufai, e alcuni dei suoi collaboratori risultano ancora firmatari di un conto bancario governativo destinato ai progetti infrastrutturali dello Stato, nonostante abbiano lasciato l’incarico da quasi 20 mesi. Sorprendentemente l’attuale governatore, Uba Sani, non figura tra i firmatari di questo conto.
Questa scoperta si inserisce in un contesto già segnato da gravi accuse di corruzione nei confronti dell’amministrazione el-Rufai. Un comitato ad hoc istituito dall’Assemblea dello Stato di Kaduna ha infatti denunciato la presunta sottrazione di 423 miliardi di naira durante il mandato di El-Rufai, raccomandando un’indagine approfondita da parte delle agenzie di sicurezza e anti-corruzione.
In risposta a queste accuse, ex collaboratori di el-Rufai hanno difeso l’operato dell’amministrazione affermando che i fondi, inclusi prestiti della Banca Mondiale, sono stati utilizzati per progetti di sviluppo e infrastrutture, come il Programma di Rinnovamento Urbano. Tuttavia, queste giustificazioni non hanno placato le richieste di trasparenza e responsabilità da parte della società civile e di gruppi locali, che hanno presentato petizioni alle principali agenzie anti-corruzione nigeriane, sollecitando indagini e procedimenti legali contro l’ex governatore e i suoi collaboratori.
La persistenza di el-Rufai e dei suoi delegati come firmatari di conti governativi solleva interrogativi sulla gestione delle finanze pubbliche e sull’efficacia dei meccanismi di transizione tra amministrazioni. Questo episodio evidenzia la necessità di riforme strutturali per garantire una governance trasparente e responsabile, prevenendo abusi di potere e assicurando che le risorse pubbliche siano utilizzate esclusivamente per il bene comune.
In un paese come la Nigeria, dove la corruzione ha storicamente ostacolato lo sviluppo socio-economico, è imperativo che le istituzioni rafforzino i controlli interni e promuovano una cultura di integrità. Solo attraverso un impegno collettivo per la trasparenza e la responsabilità sarà possibile costruire una società più giusta e prospera.