North Stream: continua lo scambio di accuse

di Enrico Oliari

Ancora non è chiaro cosa sia successo al North Stream 1 e al North Stream 2, i gasdotti che collegano la Russia alla Germania, cioè se a bucarli e a far fuoriuscire milioni di metri cubi di metano sotto pressione sia stato un incidente, un evento naturale o un atto di sabotaggio.
Va precisato che a differenza del North Stream 1 il suo gemello North Stream 2 non era ancora in funzione in quanto terminato solo lo scorso anno, e che conteneva non più del cosiddetto “gas tecnico”, per tenere sotto pressione l’impianto, ma questo non toglie la gravità del problema, che potrebbe richiedere anni per essere risolto.
Tutto, comprese le dichiarazioni del governo danese che sul posto ha subito inviato una fregata e una nave per la monitorizzazione, concorre a non fare chiarezza sulla vicenda.
Al di là degli strali di Bruxelles e delle cancellerie europee, appare tuttavia assai difficile l’ipotesi di un sottomarino russo che avesse colpito con siluri un’infrastruttura del proprio paese nelle zone di competenza economica di Danimarca e Svezia.
E se fino a ieri da Copenhagen si parlava di “esplosioni che hanno causato un piccolo terremoto che a sua volta ha danneggiato i due gasdotti”, con la premier Mette Frederiksen che ha accusato di “atti deliberati”, oggi sembra esserci un po’ più di prudenza, se non altro per non appesantire ulteriormente un clima già surriscaldato.
Josef Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, ha concluso in un raptus di russofobia che la Russia si fosse autosabotata per chiudere il gas all’Europa prima che fosse l’Europa a chiuderlo alla Russia, una posizione a dire il vero bislacca e che va in controtendenza alla strategia delle sanzioni.
Il presidente Usa Joe Biden ha sottolineato che sostanzialmente il gas russo non serve, dal momento che “l’Europa ha una grande capacità di resilienza energetica”, ma fanno riflettere le parole dell’ex cancelliere polacco e oggi eurodeputato Radoslaw Sikorski: su Twitter ha scritto “Come diciamo in polacco, una piccola cosa, ma molta gioia”, ed ha pubblicato un video di febbraio dove il capo della Casa Bianca affermava che “Se la Russia invade l’Ucraina, non ci sarà più Nord Stream 2. Vi porremo fine”. Ha quindi concluso pubblicando una foto del gas che ribolle dalle falle con la scritta “Grazie Usa”.
Difficilmente con una guerra, anche di propaganda, in corso si potrà venire a conoscenza della verità sull’accaduto, e forse poco importa, dal momento che tra chi causa le guerre e chi la fa, tra chi impone sanzioni e chi invade paesi, a rimetterci sono sempre i Mario Rossi e le casalinghe di Voghera.