Norvegia. Dopo la sentenza della Corte suprema i Sami si aspettano la rimozione dei parchi eolici

di Alberto Galvi

La Corte suprema della Norvegia ha emesso una sentenza nell’ottobre del scorso anno contro i parchi eolici di Roan e Storheia, costruiti nella penisola di Fosen, nella parte centrale del paese. Secondo i giudici le pale eoliche hanno violato i diritti degli allevatori di renne Sami, per cui le licenze di costruzione sono da considerarsi nulle. Già nel 2013 i Sami avevano presentato un ricorso senza successo, ma oggi hanno vinto contro le infrastrutture inaugurate nel 2010 e costruite dalla Norwegian Water Resources and Energy Directorate.
La Norvegia ha 53 parchi eolici che rappresentano il 10 per cento della capacità di produzione complessiva, e sta pianificando di investire in parchi eolici galleggianti.
I Sami hanno accolto favorevolmente la sentenza e ora si aspettano la rimozione dei parchi eolici con lo smantellamento delle 151 turbine. I Sami vivono principalmente al di sopra del circolo polare artico, sparsi in tutta la Scandinavia e nella penisola russa di Kola. La loro cultura è strettamente legata all’allevamento delle renne. Circa la metà della loro popolazione vive in Norvegia ed è stimata approssimativamente tra le 80mila e le 100mila unità.
I Sami meridionali rappresentano una piccola frazione della popolazione indigena, con circa 2mila individui che parlano una propria lingua distinta, e che vivono tra la Norvegia e la vicina Svezia.
Negli ultimi due decenni la Norvegia ha realizzato un profitto vendendo ai mercati energetici sotto forniti d’Europa, oltre a soddisfare una crescente domanda nazionale; ha anche cercato di ridurre la propria dipendenza dal petrolio e dal gas, aumentando la produzione di energia rinnovabile, in particolare con l’energia eolica terrestre. Sebbene la lotta per il cambiamento climatico sia importante per le comunità, alcuni temono che l’energia eolica terrestre porti più danni che benefici all’area.