Nuova Caledonia. Per la terza volta il referendum ha sancito il “no” all’indipendenza dalla Francia

di Alberto Galvi –

La Nuova Caledonia ha ottenuto tre referendum sull’indipendenza dalla Francia in base a un accordo del 1988 volto ad allentare le tensioni sulle isole. Dopo aver rifiutato l’indipendenza nel 2018 e poi di nuovo l’anno scorso, anche il risultato dell’ultimo referendum non cambia l’esito. Gli elettori hanno respinto in modo schiacciante l’indipendenza, con il 97 percento che ha scelto di rimanere parte della Francia.
Il fronte pro-indipendenza dei Kanak è formato dal FLNKS (Front de libération nationale kanak et socialiste), che comprende UNI (Union Nationale pour l’Independance), UC (Union Calédonielle), PALIKA (Parti de Liberation de Kanak), e UPM (Union Progressiste en Mélanésie), formazioni che avevano chiesto agli indigeni Kanak di non partecipare al voto, affermando di volerlo rinviare a settembre perché era impossibile avviare una campagna referendaria adeguata a causa dell’aumento dei contagi da coronavirus che ha colpito in modo sproporzionato le comunità Kanak e Pasifika.
I risultati hanno mostrato un forte calo dell’affluenza a causa del boicottaggio del voto da parte del movimento indipendentista, e nelle aree indigene favorevoli all’indipendenza le forze di sicurezza mantenevano i posti di blocco presso molti seggi elettorali. La comunità indigena Kanak costituisce circa il 40 per cento della popolazione, e Louis Mapou è il primo leader indipendentista a detenere il titolo ufficiale di presidente del governo della Nuova Caledonia.
Nelle isole Belep, dove la popolazione è interamente Kanak, nessuno è andato a votare. Dopo l’apertura delle urne alle 7 del mattino del 12 dicembre le code fuori dai seggi sono state invece lunghe nei distretti meridionali di Nouméa, dove vivono prevalentemente bianchi e ricchi.
Dopo il risultato del referendum il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato così il ruolo della Francia nell’Indo-Pacifico, ma ha anche annunciato negoziati sullo status futuro dei territori. Il risultato del referendum non segna per la Nuova Caledonia la fine dei suoi sogni di sovranità.