Nuova Caledonia. Referendum: tensioni tra le parti per il voto del 12 dicembre

di Alberto Galvi

La Francia insiste nella sua decisione di tenere l’ultimo dei tre referendum sull’indipendenza in Nuova Caledonia il 12 dicembre prossimo, come promesso nell’ambito dell’Accordo di Noumea del 1998, successore degli accordi di Matignon che hanno posto fine dieci anni prima all’instabilità e alla violenza tra il movimento indipendentista Kanak, i lealisti locali e lo stato francese.
Parigi ha così ignorato le richieste dei leader indipendentisti indigeni di un rinvio del voto per l’impatto della pandemia di Covid-19 sulle loro comunità. I primi due referendum, tenutisi nel 2018 e nel 2020, hanno registrato un’affluenza record di oltre l’80 per cento e con una leggera maggioranza decisa a rimanere con il paese transalpino.
Nei due precedenti referendum il supporto dei Kanak a favore dell’indipendenza è passato dal 43,3 per cento al 46,7 per cento. Un boicottaggio del voto da parte della popolazione indigena Kanak potrebbe potenzialmente riportare il Territorio d’Oltremare ai tumulti degli anni ’80, con conseguenze in tutta la regione. Il 5 dicembre è stato chiesto alla Corte d’appello francese di rivedere urgentemente la decisione e rinviare il voto a dopo le elezioni presidenziali e parlamentari francesi di aprile e giugno 2022.
La decisione di indire il referendum il prossimo 12 dicembre minaccia il processo di pace trentennale della Francia nel Territorio semi-autonomo d’oltremare. I partiti indipendentisti hanno fatto sapere che contesteranno il risultato se il referendum sarà indetto alla data stabilita, e che non parteciperanno alle discussioni sul futuro della Nuova Caledonia che la Francia ha proposto.
Il governo francese ha scelto il 12 dicembre per il referendum al fine di evitare sovrapposizioni con le elezioni francesi di aprile e giugno. I partiti lealisti hanno preferito il voto anticipato per consolidare la loro maggioranza, anche se questo voto referendario potrebbe essere tenuto entro ottobre 2022. I partiti indipendentisti preferirebbero votare successivamente per massimizzare le loro possibilità di vittoria.
Il ruolo della Francia nel Pacifico è di nuovo in discussione, come lo era negli anni ’80 quando le richieste dei Territori d’Oltremare (decolonizzazione) e della Polinesia francese (cessazione dei test nucleari) portarono il paese transalpino a stringere nuove alleanze e partnership commerciali con i governi dell’Australia, della Nuova Zelanda e delle isole del Pacifico. Pertanto il trattamento riservato dalla Francia ai suoi Territori d’Oltremare è alla base del suo ruolo nella regione indo-pacifica.
L’Australia, pur non prendendo posizione sul risultato del voto per l’indipendenza, si aspetterebbe insieme ai leader regionali del Melanesian Spearhead Group, che comprende Papua Nuova Guinea, Isole Fiji, Isole Salomone e Vanuatu, che l’Accordo di Noumea sia rispettato. La Nuova Caledonia è un elemento necessario per la Francia nella cooperazione dell’Indo-Pacifico insieme all’Australia e all’India per contrastare l’influenza della Cina e per consolidare la posizione di Parigi nell’area del Pacifico.