Olanda. Eutanasia: sceglie di morire a 17 anni per lo stress seguito agli abusi sessuali

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Era stanca per le sofferenze psicologiche a cui l’avevano costretta gli abusi sessuali subiti fin da bambina, a 11 anni, e poi ancora a 14, quando era stata violentata da due uomini lungo una strada della sua città, Arnhem. Uno stress post traumatico misto a depressione ed anoressia che le rendevano la vita impossibile. Ha così scelto ed ottenuto l’eutanasia a 17 anni, e domenica si è spenta assistita dal personale sanitario e mano nella mano della madre. Noa Pothoven ha condotto una battaglia legale rispondendo ai requisiti della legge olandese che permettono l’eutanasia fin dai 16 anni, e pochi giorni fa su Instagram ha scritto “Un triste ultimo post. Ho esitato a lungo, ma ho deciso di pubblicarlo. Il mio piano era pronto da molto tempo quindi non è impulsivo. Vado dritta al punto: entro un massimo di 10 giorni morirò. Dopo anni di battaglie, il combattimento è finito. Ora ho smesso di mangiare e bere e dopo molte discussioni e conversazioni è stato deciso che sarò lasciata andare perché la mia sofferenza è insopportabile. È finita. Non sono stata davvero viva per così tanto tempo, sopravvivo, e nemmeno quello. Respiro ancora, ma non sono più viva. Sono ben curata, ottengo sollievo dal dolore e sono con la mia famiglia tutto il giorno, a letto. Sto salutando le persone più importanti della mia vita”. (…) “Va tutto bene. Non cercare di convincermi che questo non è buono, questa è la mia decisione ed è definitiva. L’amore è lasciare andare, in questo caso… . Amore da Noa”.
Prima di morire ha raccontato la sua esistenza in una autobiografia dal titolo “Winnen of leren” (vincere o imparare).
Sul caso è intervenuto, intervistato dall’AdnKronos, Alberto Gambino, presidente di Scienza e Vita, organizzazione vicina alla Cei, il quale ha affermato che “Questa storia di grande tristezza deve essere un monito per il nostro Paese ad evitare di arrivare a punti di non ritorno. In Paesi come l’Olanda il suicidio assistito è legalizzato, ma questo modello porta ad una freddezza nei rapporti, a rompere qualsiasi vincolo di solidarietà”.
Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, ha però smentito quanto riportato sulla stampa internazionale ed ha affermato: “L’Olanda ha autorizzato l’eutanasia su una 17enne? Falso! I media italiani non hanno verificato. L’Olanda aveva rifiutato l’eutanasia a Noa, – ha scritto su Facebook – lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti”.