Olanda. Rutte stronca il populismo e vince contro Wilders. Bene i verdi, crollano i socialisti

di Enrico Oliari –

Il populismo non sfonda in Olanda dove gli euroscettici e anti-Islam di Geert Wilders (PVV, Partij Voor de Vrijheid) hanno sì guadagnato qualche seggio, ma sono stati ampiamente superati dai liberal-democratici dell’attuale premier Mark Rutte. Una suora sconfitta quindi per la destra “sovranista”, come va di moda dire oggi, ma se Wilders non può festeggiare con i suoi 20 seggi (ne aveva 15) su 150, per il centrosinistra (Laburisti) di Lodewjik Asscher è stata una mazzata, un crollo che è andato a vantaggio dei verdi del GroenLink guidati dal trentenne Jesse Klaver, che ora hanno 14 seggi contro i 4 della precedente legislatura.
Smentiti quindi i sondaggi, che davano come primo partito il PVV: i liberali di Rutte sono a quota 33 seggi (ne ha perso qualcuno), e per il premier, che è stato capace di risanare l’economia del paese, si profilerebbe il terzo mandato. L’incognita è ora con chi si dovrà alleare Rutte per arrivare ai 76 seggi necessari per essere maggioranza, probabilmente con i democristiani e i liberali di D66, ma non è detto che il premier si troverà costretto a guardare altrove.
Un grosso aiuto a Rutte è arrivato dalla la recente crisi con la Turchia, ovvero con la querelle per il divieto al membri del governo di Ankara di tenere comizi in Olanda in vista del referendum di riforma costituzionale in senso presidenzialista: all’aereo del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, che sarebbe dovuto intervenire a Rotterdam, è stato impedito l’atterraggio, mentre la ministra turca della Famiglia Fatma Betul Sayan Kaya è stata espulsa in quanto ospite “indesiderata”. Un atteggiamento fermo di Rutte che è piaciuto agli olandesi e che ha strappato voti ai nazionalisti di Wilders, ma anche una crisi che torna utile al presidente turco Recep Tayyp Erdogan, e che con tutta probabilità si dissolverà dopo il referendum, anche perché l’Olanda è il principale esportatore europeo in Turchia con oltre 4 miliardi di euro l’anno, mentre importa dalla Turchia beni per 1,6 miliardi; ogni anno sono 1,2 milioni gli olandesi che si recano per turismo in Anatolia o a Istambul.
L’affluenza alle urne del voto in Olanda è stata elevata, con l’81% degli aventi diritto contro il 76,4% di cinque anni fa.
A caldo Rutte ha affermato che quella di ieri è stata “una serata importante per tutta l’Europa: l’Olanda dopo la Brexit e le elezioni americane ha detto no al populismo”. “Grazie per questa vittoria che avete dato all’Olanda – ha detto rivolgendosi agli elettori – ma anche all’Europa. Adesso siamo impegnati per mantenere il paese stabile, sicuro e caratterizzato dal benessere”.
Al premier sono arrivate le congratulazioni del capo della Commissione Jean-Claude Junker, il quale si è sentito al telefono con Rutte per congratularsi per la sua “chiara vittoria”, ”un voto per l’Europa, un voto contro gli estremisti”.