Onu. Morto Kofi Anan. Il suo obiettivo era la pace nel mondo

di Daniele Priori

A 80 anni si è spento in una clinica svizzera il ghanese Kofi Annan, settimo segretario delle Nazioni Unite (1997 al 2006) e primo di colore a ricoprire tale ruolo. Era succeduto all’egiziano Boutros Boutros-Ghali, e nel 2001 aveva ricevuto il Premio Nobel per la Pace visto l’impegno “per un mondo meglio organizzato e con più pace”.
Proprio la pace nel mondo era stato il suo obiettivo, perpetrato poi attraverso la fondazione che porta il suo nome, ed aveva spinto per una riforma del palazzo di Vetro volta a rafforzare i trattati di non proliferazione e di disarmo, a ridefinire il concetto di sicurezza collettiva, a creare organi intergovernativi di costruzione della pace e difesa dei diritti umani, a stabilire nuove norme per governare l’uso della forza da parte degli Stati membri e su autorizzazione del Consiglio di sicurezza, a scrivere una nuova regolamentazione che legalizzasse l’intervento umanitario, a promuovere una più articolata mediazione dei conflitti, ad aumentare le capacità contrasto al terrorismo, ad operare maggiormente nella lotta alla povertà e alle malattie e a migliorare la capacità decisionale degli organi delle Nazioni Unite.
Durante quegli anni il mondo fu segnato da grandi cambiamenti e da continue risposte da dare: nel 2001 al-Qaeda colpì New York, gli Stati Uniti invasero l’Iraq, la globalizzazione divenne cosa concreta e il terrorismo islamico si fece conoscere con sanguinosi attentati in tutto il mondo.
All’inizio della crisi siriana operò come inviato speciale, ma ben presto dovette rinunciare all’incarico a causa dei contrasti interni al Palazzo di vetro.
A lui succedette Ban Ki-moon.