Paesi Bassi. Amsterdam è il nuovo perno della strategia europea nell’Indo-Pacifico

di Alberto Galvi

I Paesi Bassi negli ultimi due anni hanno sviluppato un approccio europeo più coerente e impegnato nella regione dell’Indo-Pacifico. C’è infatti preoccupazione per l’espansionismo cinese nell’area, ed ormai si può parlare di un conflitto che vede grandi potenze nella regione quali India, Australia, Regno Unito, Giappone e Corea del Sud, ma anche nazioni del Sud-Est asiatico come l’Indonesia, Singapore, Malesia e Vietnam, contrapposte alla Cina.
Il governo olandese si è attivato presso l’Ue per aiutare i partner della regione a superare con successo le crescenti tensioni geopolitiche fornendo un terzo partner, tra Stati Uniti e Cina, con cui cooperare su una serie di questioni chiave come la sicurezza marittima e la connettività digitale. In questo modo l’Europa non può restare in disparte e rischiare destabilizzazioni in quella che è sempre più la principale regione di crescita economica del mondo.
Nei prossimi decenni sia attraverso il Quad (Quadrilateral Security Dialogue), che è un gruppo di paesi formato da Stati Uniti, Australia, India e Giappone, sia attraverso la Nato i Paesi Bassi saranno sempre più disposti a essere direttamente coinvolti nella cooperazione per la sicurezza della regione indo-pacifica. In collaborazione con il Regno Unito gli olandesi hanno già partecipato nel Mar Cinese Meridionale nel luglio 2021 a una esercitazione con un gruppo di portaerei capitanate dalla HMS Queen Elizabeth.
Il dispiegamento della fregata olandese HNLMS Evertsen nell’esercitazione ha contribuito ad affermare chei paesi occidentali e i loro partner dell’Indo-Pacifico non avrebbero più tollerato una crescita dell’assertività cinese nelle acque contese.
Attualmente il governo olandese prevede una strategia europea indo-pacifica di cooperazione con i paesi della regione per il libero passaggio delle navi e nello stesso tempo garantirne la sicurezza marittima. Questa strategia consentirà a ogni paese Ue di potersi esprimere con maggiore forza nel Mar Cinese Meridionale contro chi viola la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. In questo modo ciascuno Stato membro Ue potrà essere coinvolto nelle attività della regione in base alle proprie capacità, come hanno già fatto Francia e Germania.