Pakistan. Assolta la cristiana condannata a morte per blasfemia. Proteste dei partiti islamici

Notizie Geopolitiche –

Dopo 9 anni di carcere ed una condanna morte per blasfemia la Corte suprema del Pakistan ha assolto “da tutte le accuse” Asia Bibi. La donna, cristiano-cattolica, era una lavoratrice agricola impegnata il giorno dei fatti nella raccolta di bacche, quando scoppiò un diverbio con le altre lavoratrici in quanto aveva toccato un recipiente dell’acqua per dissetarsi prima di loro musulmane, le stesse che poi l’accuseranno di aver offeso Maometto. A confermare le accuse un uomo che poi però ritrattò la sua testimonianza per “pentimento”.
Asia Bibi ha sempre respinto ogni addebito, sostenendo di essere stata accusata ingiustamente per via della sua religione, e prima dell’arresto per alcuni giorni era stata chiusa in uno stanzino e lì picchiata e stuprata.
Nel 2010 è stata condannata a morte, pena confermata in secondo grado nel 2014, ma nel 2015 la Corte suprema ha deciso su impugnazione del verdetto la sospensione della sentenza e quindi il rinvio in un tribunale del processo per evidenti irregolarità, fino alla proclamazione di innocenza e all’ordine di scarcerazione immediata di oggi.
Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dagli attivisti per i diritti umani, dalla comunità cristiana e dalla figlia che ha fatto sapere di “non veder l’ora di riabbracciare mia madre. Finalmente le nostre preghiere sono state ascoltate!”.
Il marito di Asia Bibi ha commentato che “È la notizia più bella che potessimo ricevere”, pur osservando che dubito che potremo rimanere in Pakistan”.
Contestualmente è esplosa la protesta dei partiti e delle associazioni islamiche, in particolare del partito Tlp (Tehreek Labbaik Pakistan), i cui militanti sono scesi in strada numerosi a protestare contro l’assoluzione della donna.