Pakistan. Governo Khan: la legge sulla blasfemia colpisce le minoranze religiose

di Alberto Galvi –

In Pakistan da quando è entrato in carica il primo ministro Imran Khan del partito PTI (Pakistan Tehreek-e-Insaf) le minoranze religiose hanno continuato a subire discriminazioni e persecuzioni che hanno provocato ben 31 morti, 58 feriti e 25 casi di blasfemia.
La legge sulla blasfemia del Pakistan comporta una potenziale condanna a morte per chiunque insulti l’Islam. I critici affermano che è stata usata per perseguitare le minoranze religiose.
Attraverso l’interpretazione impropria della legge anti-blasfemia, in Pakistan vengono effettuate conversioni e sparizioni forzate di ragazze non musulmane. La legge può infatti essere utilizzata in modo improprio al fine di perseguitare membri delle comunità minoritarie pakistane, come nel caso delle accuse non dimostrate di aver insultato l’Islam.
Con questa legge le persone accusate rischiano una morte violenta e sanguinaria all’istante per mano di una folla rabbiosa. Se le accuse avanzano gli avvocati vengono uccisi per aver assunto il caso del presunto blasfemo. Anche i giudici nei casi di blasfemia devono stare attenti ad emettere giudizi che possano offendere gli islamisti più radicali.
Questa legge deriva dal diritto anglosassone, quando la pena massima prevista variava da un anno a 10 anni in carcere, con o senza multa. Il Pakistan ereditò queste leggi quando nacque dopo la divisione dell’India nel 1947.
Durante gli anni 80 le leggi sulla blasfemia furono create e ampliate in diverse scadenze. Nel 1980 veniva inflitta una pena massima di 3 anni di prigione per chi faceva osservazioni sprezzanti contro le autorità religiose islamiche. Nel 1982 era stata aggiunta la pena dell’ergastolo per chi profanava volontariamente il libro sacro dell’Islam. Nel 1986, fu inserita la pena di morte per punire la blasfemia contro il profeta Maometto.
Prima di formare il governo, Khan aveva promesso, in particolare, la protezione delle minoranze e un’eguale giustizia per ogni cittadino, indipendentemente dalla propria fede religiosa ed etnia. Le minoranze religiose rappresentano solo circa il 4% della popolazione totale del Pakistan.
I problemi per loro vanno dalla mancanza di accesso all’istruzione, ai servizi igienico-sanitari, ai trasporti e alle cure sanitarie, alla discriminazione professionale e alle esperienze più dirette di violenza come rapimenti e conversioni forzate, accuse di blasfemia, uccisioni mirate e frequenti attacchi ai luoghi di culto. 
Questa rappresentazione delle minoranze religiose in Pakistan sembra suggerire che per loro è impossibile, per il momento, una vita normale. Pochi politici osano denunciare le leggi sulla blasfemia in Pakistan.
L’aumento dell’isteria intorno a queste leggi ha portato a colpire maggiormente le minoranze religiose. Le opposizioni hanno accusato Khan di utilizzare codesto problema per ottenere il sostegno della destra religiosa, una tattica non insolita nella politica pakistana.
In realtà la maggioranza del popolo pakistano sostiene l’idea che i bestemmiatori debbano essere puniti, ma c’è poca comprensione per ciò che dice la scrittura religiosa in contrapposizione alla legge moderna.
La maggior parte della popolazione infatti pensa che la legge codificata dal regime militare del generale Zia ul-Haq negli anni ’80, sia in realtà uscita dal Corano e quindi creata da Dio.