Pakistan. Islamabad congela un progetto cinese della Via della Seta

di Francesco Cirillo

Un progetto parte integrante della Belt and Road Iniziative (la Nuove Via della Seta cinese) ha subito una battuta d’arresto in Pakistan. Il governo di Islamabad, durante una riunione del Comitato di coordinamento congiunto sino-pakistano, ha chiesto alla Cina di bloccare la realizzazione di una centrale a carbone, la Rahim Yar Khan, da 1320 kilowatt; il progetto da due miliardi di dollari è stato congelato nel quadro del CPEC, il China-Pakistan Economic Corridor. Per il ministro per la Pianificazione e lo sviluppo del Pakistan, Makhdoom Khusro Bakhtyar, la sospensione del progetto della centrale è stato richiesto per individuare una fonte alternativa finalizzata ad ottimizzare il mercato energetico pakistano. Da parte cinese è stato dichiarata la disponibilità a rivalutare il progetto. Secondo fonti cinesi tra cui il South China Morning Post di Hong Kong, il ministro Bakhtyar ha motivato la decisione ritenendo la centrale non necessaria e costosa per il paese, sollecitando a ridistribuire i fondi su altri progetti inerenti al CPEC come il porto di Gwandar o la via occidentale che collega il Balucistan e la provincia di Khyber.
Il Balucistan attualmente mostra diversi problemi inerenti all’inefficace sicurezza messa in campo dalle forze pakistane e nella regione continuano ad esservi scontri con i vari gruppi secessionisti.
Il Corridoio economico sino-pakistano è stato studiato nell’ambito della Belt and Road Iniziative (Nuova via della Seta), ed è finalizzato alla creazione di infrastrutture per collegare il porto pakistano di Gwandar, che si affaccia sull’oceano Indiano, con la regione occidentale cinese del Xinjiang. Il costo del CPEC è stimato in circa 60 miliardi di dollari di investimenti, tuttavia le difficoltà economiche di Islamabad e la salita al potere di Imran Khan, e soprattutto la recente guerra commerciale USA-Cina, stanno spingendo il governo pakistano a ridimensionare alcuni progetti e lo stesso Khan a chiedere alla Cina maggiori garanzie per le opportunità lavorative dei pakistani.