di Giuseppe Gagliano –
Nel novembre 2024, alla fiera della difesa IDEAS di Karachi, un drone di fabbricazione cinese è stato esposto presso lo stand della Daudsons Armoury, un noto produttore di armi con sede a Peshawar. La scena, apparentemente comune in un contesto di scambi e promozioni tecnologiche, riflette una strategia ben più profonda: il Pakistan sta modellando la sua industria dei droni da combattimento mescolando tecnologia straniera con un approccio mirato a costruire un’industria sovrana nel settore.
L’interesse di Islamabad per lo sviluppo di droni non è nuovo, ma negli ultimi anni ha subito un’accelerazione significativa. Questo trend è dovuto a due fattori principali: da un lato, la crescente minaccia percepita lungo i confini orientali e occidentali del paese, dall’altro, l’opportunità di diventare un attore rilevante in un settore in rapida espansione globale.
Il Pakistan mira a sviluppare un’industria dei droni autosufficiente, in grado di ridurre la dipendenza da fornitori stranieri per le sue capacità militari. Per raggiungere questo obiettivo, Islamabad ha adottato una strategia pragmatica: collaborare con paesi come Cina e Turchia, le cui industrie dei droni sono tra le più avanzate al mondo, per acquisire le conoscenze necessarie e accelerare lo sviluppo tecnologico interno.
Ad esempio la Cina ha già fornito al Pakistan diversi modelli di droni, come il celebre Wing Loong, utilizzato sia per la sorveglianza che per missioni di attacco. Tuttavia, l’approccio pakistano non si limita all’acquisto: attraverso partnership strategiche e accordi di trasferimento tecnologico, Islamabad sta cercando di costruire competenze locali, riducendo gradualmente il suo status di mero importatore.
Anche la Turchia gioca un ruolo cruciale. L’esperienza turca con i droni Bayraktar ha ispirato i produttori pakistani, che stanno esplorando collaborazioni con Ankara per lo sviluppo di sistemi simili.
L’esposizione alla fiera IDEAS ha mostrato un aspetto chiave della strategia pakistana: l’importanza delle aziende private. La Daudsons Armoury, per esempio, ha un’esperienza consolidata nella produzione di armi leggere e pesanti, ma negli ultimi anni ha diversificato il suo portafoglio investendo nello sviluppo di droni. Questi sforzi fanno parte di una politica nazionale che incoraggia il settore privato a collaborare con le Forze Armate per accelerare la ricerca e la produzione di tecnologie avanzate.
In parallelo, diverse startup emergenti stanno guadagnando terreno grazie a incentivi governativi e collaborazioni con istituzioni accademiche e centri di ricerca. Questi attori puntano a sviluppare tecnologie innovative, come droni con maggiore autonomia di volo, capacità stealth e sistemi di intelligenza artificiale per missioni autonome.
La crescente ambizione del Pakistan nel settore dei droni ha attirato l’attenzione di numerosi attori internazionali. Produttori di droni di Stati Uniti, Russia e Israele stanno monitorando con interesse il mercato pakistano, considerandolo una potenziale piattaforma per future collaborazioni o vendite. Tuttavia, il contesto geopolitico impone limitazioni significative.
La rivalità con l’India e il ruolo centrale della Cina come partner strategico del Pakistan limitano le possibilità di partnership con paesi occidentali o con Israele. Inoltre, le sanzioni e le restrizioni sull’esportazione di tecnologie avanzate verso Islamabad rappresentano un ulteriore ostacolo per il raggiungimento di una vera autonomia industriale.
Mentre Islamabad prosegue nel suo percorso di costruzione di un’industria dei droni sovrana, rimangono molte sfide. La dipendenza iniziale da tecnologia straniera, le restrizioni geopolitiche e la necessità di infrastrutture avanzate rappresentano ostacoli significativi. Tuttavia, il Pakistan sembra determinato a trasformare questi limiti in opportunità.
Il futuro dell’industria pakistana dei droni dipenderà dalla capacità del paese di bilanciare la collaborazione con partner stranieri e lo sviluppo interno. Se riuscirà in questa impresa, Islamabad non solo rafforzerà la sua difesa nazionale, ma potrà anche emergere come esportatore regionale di tecnologie avanzate, consolidando il suo ruolo nello scacchiere strategico globale.