di Alberto Galvi –
La Commissione elettorale pachistana, composta da quattro membri guidati dal commissario elettorale capo Sikander Sultan Raja, ha ritenuto con decisione unanime l’ex primo ministro Imran Khan colpevole di corruzione e lo ha estromesso dal ruolo di parlamentare.
Il partito PTI (Pakistan Tehreek-e-Insaf) di Khan ha immediatamente respinto il verdetto affermando che avrebbe presentato ricorso all’Alta corte di Islamabad, e ha invitato i sostenitori a scendere in piazza. La causa contro Khan è stata intentata lo scorso agosto da Nawaz, un membro della Lega musulmana pakistana.
L’ex primo ministro Khan aveva venduto doni dati da dignitari stranieri e portati nel Toshakhana (depositario statale di doni), ma non ha rivelato i beni nelle dichiarazioni presentate alla Commissione. Secondo le regole del Toshakhana, i regali venduto dovrebbero essere segnalati alla divisione di gabinetto.
Khan, che è salito al potere nel 2018, ha ammesso di aver venduto almeno quattro regali che aveva ricevuto durante il suo mandato come primo ministro. Avrebbe ricevuto regali costosi da ricchi governanti arabi durante le visite ufficiali, che sono stati depositati nel Toshakhana, ed in seguito sarebbero stati venduti con notevoli profitti. I regali erano un orologio da polso Graff, un paio di gemelli, una penna costosa, un anello e quattro orologi Rolex.