Palestina. Il malese Awar attacca al Forum di Vladivostok l’ipocrisia occidentale

di Giuseppe Gagliano

Il primo ministro malese Ibrahim Anwar è intervenuto al Forum economico di Vladivostok offrendo una riflessione critica sulla giustizia, i diritti umani e la democrazia, mettendo in discussione l’occidente per l’apparente ipocrisia nel promuovere tali valori a livello globale. Egli ha fatto riferimento alla situazione palestinese, sostenendo che l’ingiustizia subita dai palestinesi non fosse iniziata con eventi recenti, ma che avesse radici profonde che risalgono alla Nakba del 1948. Con questa dichiarazione Anwar ha sollevato una questione storica importante, collegando l’occupazione e la colonizzazione all’attuale crisi in Palestina. La sua accusa all’occidente è stata quella di usare retoriche sui diritti umani mentre ignora, o addirittura sostiene, l’oppressione di popolazioni come quella palestinese.
Anwar si è rivolto ai leader occidentali chiedendo come possano continuare a parlare di giustizia e democrazia senza affrontare le contraddizioni delle loro politiche estere, in particolare verso il Medio Oriente. Il suo discorso ha sottolineato un punto di vista condiviso da molti Paesi non occidentali, che vedono un doppio standard nelle relazioni internazionali, dove l’occidente agisce per interessi geopolitici ed economici, sacrificando spesso i principi di giustizia che sostiene di promuovere. In questo contesto Anwar si è unito a una crescente schiera di leader mondiali che criticano l’unilateralismo occidentale, invocando una nuova forma di ordine mondiale basata su equità e rispetto reciproco tra le nazioni.
La scelta di portare la questione palestinese al centro del discorso globale non è stata casuale, dato che la Palestina rappresenta da decenni un simbolo delle disuguaglianze geopolitiche e delle lotte per l’autodeterminazione. Il primo ministro malese ha utilizzato questo esempio per evidenziare come l’occidente, che pretende di essere il baluardo della democrazia e dei diritti umani, continui a supportare governi che violano palesemente tali principi.
Questa retorica non è solo una critica all’occidente, ma è anche un richiamo all’unità tra i Paesi del sud globale per resistere a quella che viene vista come una nuova forma di colonialismo moderno, dove il potere e le risorse sono ancora dominati dai Paesi più ricchi a scapito di quelli meno sviluppati.
Il discorso di Anwar è un appello alla comunità internazionale per riconsiderare le proprie priorità e le proprie azioni, mettendo realmente al centro i diritti umani e la giustizia per tutti, senza eccezioni o ipocrisie. Egli esorta a un cambiamento sistemico, in cui i Paesi del Sud globale possano avere un ruolo maggiore nel modellare il futuro dell’ordine internazionale.