Palestina. La PMA punta sui Bitcoin per aver una maggiore indipendenza monetaria da Israele

di Alberto Galvi

L’Autorità monetaria palestinese sta studiando la possibile emissione di una valuta digitale, una mossa che le consentirebbe una maggiore indipendenza monetaria da Israele. Attualmente i palestinesi utilizzano principalmente lo shekel israeliano, insieme al dinaro giordano e al dollaro USA. I palestinesi in base ai loro accordi degli anni ’90 con Israele hanno accettato di non creare immediatamente la propria valuta in quanto la loro economia è sottoposta a severe restrizioni da parte di Israele, con cui sono state combattute quattro guerre dal 2008.
A causa di una legge israeliana che vieta le grandi transazioni in contanti, intesa a reprimere il riciclaggio di denaro, le banche palestinesi sono attualmente inondate di shekel. Israele limita anche il numero di shekel che le banche palestinesi possono trasferire mensilmente in Israele.
I palestinesi a volte devono prendere prestiti da terzi, valuta estera per coprire i pagamenti che sono bloccati da un eccesso di banconote israeliane. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui una valuta digitale sarebbe attraente per il sistema monetario palestinese.
Tuttavia essa potrebbe non essere fattibile per il sistema monetario palestinese, che ha un’economia intrinsecamente debole, vincolata in modo significativo dalle limitazioni israeliane al libero accesso di merci e persone in quanto dipende molto dal denaro dei donatori e dalle rimesse da Israele.
I palestinesi si stanno unendo alle autorità monetarie di altri paesi nell’esaminare il potenziale delle valute digitali nazionali poiché l’uso in diminuzione di banconote e monete minaccia di capovolgere i metodi di pagamento tradizionali.
L’emergere di criptovalute come i Bitcoin ha aumentato la pressione sulle banche centrali affinché dispongano di un’alternativa praticabile prima che prendano il sopravvento moduli di pagamento non regolamentati.
Nel frattempo una stretta creditizia ha lasciato il settore privato palestinese in difficoltà per i contanti a causa della preoccupazione che questi possano finire nelle mani di Hamas, partito al potere a Gaza, considerato gruppo terroristico da Usa e Israele.
La Bei (Banca europea per gli investimenti) ha promesso 425 milioni di dollari in prestiti che si vogliono incanalare nelle piccole e medie imprese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.