Palestina. Le Idf sparano sui diplomatici. La Farnesina convoca l’ambasciatore d’Israele

Nella delegazione era presente il vice console italiano Alessandro Tutino.

di Enrico Oliari

L’immunità ideologica riservata dalle cancellerie europee a Benjamin Netanyahu sembra essere svanita oggi davanti all’incredibile incidente diplomatico che ha visto i militari delle Idf sparare colpi di avvertimento contro il convoglio di una delegazione di 25 diplomatici a Jenin, in Cisgiordania. Il tutto si è svolto sotto l’occhio delle telecamere dei giornalisti, e dalle immagini si vedono i militari puntare le armi contro i diplomatici e sparare. Secondo le Idf, i militari avrebbero sparato in aria. La delegazione, accreditata presso la Palestina, era composta da 25 tra ambasciatori e diplomatici europei, dei paesi arabi, della Cina, del Giappone, dell’India e di altre parti del mondo: non vi sono stati feriti, ma il grave fatto potrebbe essere ora utilizzato dalle cancellerie occidentali per uscire dal doppiopesismo e dal silenzio sui 55mila morti a Gaza, di cui un terzo bambini, e sulle violenze in Cisgiordania. Alla delegazione partecipava anche il vice console italiano Alessandro Tutino, che è rientrato a Gerusalemme
Immediata la reazione internazionale: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dato disposizione all’ambasciatore Riccardo Guariglia, direttore della Farnesina, di convocare l’ambasciatore di Israele, Jonathan Peled. Guariglia ha protestato e chiesto spiegazioni per l’incidente e ha contestato il comportamento dei militari israeliani, definendo inaccettabile il fatto che una delegazione diplomatica civile venisse allontanata da un’area presidiata dai militari con l’uso delle armi da fuoco. I direttore della Farnesina ha anche ripetuto al rappresentante di Israele quello che il governo italiano chiede insistentemente da giorni, e che il ministro Tajani ha dichiarato anche pubblicamente: “Israele deve interrompere le operazioni militari a Gaza, deve puntare sul negoziato politico e diplomatico per la liberazione degli ostaggi israeliani e per raggiungere un cessate-il-fuoco che possa far ripartire un processo di pace. Soprattutto Israele deve aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese”. L’ambasciatore Guariglia ha confermato la posizione del governo italiano secondo cui “è la popolazione palestinese ad essere essa stessa vittima dei terroristi di Hamas e non può più essere coinvolta negli attacchi militari dell’Idf”.
Stessa cosa nelle altre capitali dei paesi dei diplomatici coinvolti nell’incidente.
Il fatto è avvenuto a poche ore dalla decisione, annunciata dalla Pesc (Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea) Kaja Kallas, di rivedere l’accordo di associazione con Israele in discussione da oltre un anno. L’obiettivo del Consiglio Esteri dell’Ue è quello di fare pressioni su Israele per fermare la mattanza di civili in corso da oltre 20 mesi, e come ha spiegato la Pesc “Una forte maggioranza dei Paesi membri è a favore della revisione dell’articolo 2 del nostro accordo di associazione” con Israele, cioè quello che prevede che i rapporti tra Bruxelles e Tel Aviv siano basati sul rispetto dei diritti umani”.
Solo il giorno prima una dichiarazione congiunta di Canada, Francia e Gran Bretagna aveva parlato di “azioni scandalose portate avanti dal governo” di Benjamin Netanyahu, ma come è stato osservato da più parti è arrivato il momento di comminare sanzioni ad Israele e di cessare la vendita di armi. E magari smettere di trattare Benjamin Netanyahu in modo diverso di Vladimir Putin.