Papua Nuova Guinea. Bougainville: sarà riaperta la miniera di Panguna

di Alberto Galvi –

In seguito alla decennale guerra civile tra i ribelli di Bougainville e le forze di sicurezza della PNG (Papua Nuova Guinea) locali, sarà riaperta la miniera di Panguna, rimasta abbandonata per più di 30 anni dopo essere stata costretta alla chiusura nel 1989 a seguito di un accordo con i i proprietari terrieri.
Il governo autonomo di Bougainville ha ottenuto un accordo con i proprietari terrieri locali dei clan Kurabang, Barapang, Bakoringu, Basikang e Mantaa, che hanno firmato una risoluzione congiunta sulla riapertura della miniera in un vertice a Tunuru, nel centro di Bougainville; tuttavia era stato il governo della PNG ad inviare truppe per costringere il riavvio della miniera, che è di proprietà straniera.
Panguna era un tempo una delle miniere di rame e oro più grandi e redditizie del mondo, che la multinazionale anglo-australiana Rio Tinto aveva sfruttato attraverso la sua controllata BCL (Bougainville Copper Limited) dal 1972 al 1989.
La miniera era stata al centro di un conflitto decennale tra Bougainville e la PNG che si è concluso nel 2001. Il governo della PNG ha ottenuto dalla miniera notevoli benefici economici, ma l’impianto ha comportato posti di lavoro soprattutto per operai provenienti da fuori l’isola.
Per anni c’è stata una forte opposizione al ritorno di aziende estrattive straniere da parte delle comunità locali, che hanno subito brutalità durante il conflitto e che continuano a convivere con l’inquinamento dei rifiuti minerari.
Per una regione alle prese con la ripresa postbellica, l’enorme costo della ricostruzione della miniera è stimato tra i 5 e i 6 miliardi di dollari, e potrebbe essere sostenuto solo da un investitore straniero. Al momento non è stato ancora individuato chi si assumerà l’onere di riaprire l’impianto estrattivo, dopo che Rio Tinto ha ceduto il suo interesse per la miniera nel 2016.
Secondo alcune stime la miniera Panguna contiene ancora circa 5,3 milioni di tonnellate di rame e 19,3 milioni di once d’oro, il che renderebbe le riserve del valore di circa 60 miliardi di dollari ai prezzi dei giorni d’oggi. Questa cosa è fondamentale per finanziare il sogno di indipendenza di Bougainville, che ha ottenuto un sostegno schiacciante con un referendum tenutosi tre anni fa (il 98 per cento dei votanti era per la secessione). Il risultato referendario deve ancora essere ratificato dal Parlamento della PNG, che ha l’ultima parola sul processo. L’economia di Bougainville rimane debole, con il governo ancora finanziariamente dipendente dalla PNG e dagli aiuti internazionali. Bougainville è ora una regione autonoma di circa 300mila abitanti nella PNG.