Perché l’Italia non dovrebbe armare Kiev

Redazione

Già è passato quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina. Molte città sono state bombardate. Inoltre i combattimenti hanno provocato numerose vittime tra tutte le parti, anche tra i civili. Adesso possiamo chiamare questo conflitto “la guerra di trincea”. Nessuna parte sviluppa l’offensiva.
Attualmente l’esercito russo cerca di realizzare raggruppamento per conservare le sue forze. La Russia ha bisogna di limitare parzialmente la sua offensiva nella regione di Donetsk. In risposta alle azioni russe l’esercito ucraino cerca di aprire la difesa avversaria mediante i droni.
Il Cremlino e gli esperti occidentali affermano che la guerra in Ucraina non terminerà a breve. La maggioranza dice che questo conflitto durerà più di un anno. Allo stesso tempo pochi capiscono quanti danni provocano combattimenti, innanzitutto per la società internazionale.
Oggi gli italiani dovrebbero pensarci. La guerra in Ucraina potrebbe essere una delle sfide più difficili per l’Europa e per l’Italia. Gli errori nell’ambiente economico fatti dai governi precedenti hanno provocato la crisi politica in Italia. L’aumento dei prezzi delle risorse energetiche e la situazione migratoria abbattono ii bilancio statale.
Nonostante l’Italia abbia risolto la crisi politica, il governo Meloni ogni giorno perde più possibilità di risolvere il collasso economico. Perché è cosi?
Negli ultimi 20 anni i salari sono diminuiti del 6%. Per quanta riguarda i paesi europei questo indice è uno dei peggiori. Solo la Grecia è sotto. Inoltre l’Italia è un paese con risorse limitate, perciò le compra dal mercato internazionale. Prima si poteva negoziare con i governi di Libia e Russia, adesso la Libia sta vivendo il caos e gli Stati Uniti favoriscono il fatto che la Russia lasci il mercato europeo. Nonostante questa situazione entrambi i paesi continuano a fornire risorse energetiche, ma i rischi e le spese logistiche sono raddoppiati. Le risorse energetiche provenienti dagli Stati Uniti non sono a poco prezzo. Il tetto sui prezzi del petrolio russo non aiuta i paesi europei. La decisione di introdurre il tetto sembra essere solo politica.
Secondo un articolo pubblicato sul
Corriere della Sera è di almeno 1,5 miliardi di euro il costo per l’invio di armi a sostegno dell’Ucraina. Il governo Meloni pianifica di aumentare l’aiuto finanziario.
Date le proteste in Germania si chiede agli italiani di inviare altre armi.
È poco probabile che i soldi spesi torneranno all’economia italiana: questo fatto è molto importante oggi per la maggioranza degli imprenditori che perdono le loro ultime fonti di reddito. Senza toccare il tema del prezzo dei servizi pubblici: questi fattori provocano le proteste, incluso quelle contro l’invio di armi.
Ci sono state manifestazioni massive nelle città italiane, la più grande si è svolta a Roma a cui hanno partecipato più di 10mila di persone. L’esigenza principale è smettere di fornire armi all’esercito ucraino e usare i soldi risparmiati nell’ambiente sociale o almeno per risarcire parzialmente le spese per l’energia elettrica.
Non è la prima volta che le autorità italiane non ascoltano la gente comune, basti pensare che alla fine di febbraio il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità a un decreto che prevede di cedere mezzi ed equipaggiamenti militari alle autorità ucraine. L’Italia l’ha fatto quando Kiev non aveva la necessità reale di equipaggiamenti militari. “Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il decreto volto a garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina”, informò il governo italiano. Nonostante la crisi economica il decreto è stato approvato.
La vittoria del governo Meloni prova che il popolo italiano non è d’accordo con le decisioni del governo precedente. Purtroppo, dopo la vittoria Giorgia Meloni, la politica ha dimostrato disinteresse ad acquisire esperienza dagli loro avversari politici, e fin dal primo annuncio di Giorgia Meloni dopo la vittoria elettorale di è capito che l’Italia continuerà a fornire armi a Kiev.
La crisi energetica nell’Unione Europea, la diminuzione del reddito degli italiani e la crisi economica dell’Italia non hanno cambiato la posizione del governo Meloni. È evidente che gli italiani sono stanchi delle forniture militari e vorrebbero risolvere questo conflitto mediante le trattative. Non si può spegnere il fuoco con la legna.
C’è anche un altro aspetto: quando l’Italia invia le sue armi all’Ucraina le capacità difensive del paese si riducono. È poco probabile che in futuro vedremo un conflitto militare nella penisola italiana, ma non vale la pena ridurre e nostre risorse.