Pioggia di missili sulle città ucraine: la risposta di Putin alla distruzione del ponte di Crimea

di Guido Keller

Fin dalle prime ore dell’alba missili russi, almeno 75 di cui 41 abbattuti dalla contraerea, sono caduti si diverse città ucraine compresa Kiev ma anche Leopoli e Odessa, che avrebbero causato secondo le autorità ucraine 11 morti e una settantina di feriti fra i civili. Gli attacchi sono indubbiamente la risposta del Cremlino alla distruzione del ponte di Crimea, che attraversa lo stretto di Kerk collegando con i suoi 18 chilometri la penisola di Taman con la Crimea.
Fra Mosca è Kiev c’è stato fin dall’inizio il consueto scambio di accuse per l’esplosione di sabato, ma poi il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di “attacco terroristico”, un’affermazione esagerata se ascrivibile ad un contesto di guerra. Anche perché l’infrastruttura ferroviaria e stradale, inaugurata solo nel 2018 è sì di carattere civile, ma viene utilizzata anche a scopi militari e permette di raggiungere la base della flotta del Mar Nero, a Sebastopoli.
Con le forze ucraine che stanno penetrando nel Donbass appena annesso, e che ora nella logica putiniana rappresenta un territorio russo a tutti gli effetti, i vertici di Mosca stanno lavorando ad un’operazione di respingimento, e a tal proposito il capo del Cremlino ha messo a capo delle operazioni il generale Serghei Surovikin, considerato un mastino.
Per domani è stato convocata su richiesta della stessa Russia una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ma non sembrano esserci margini per uno stemperato della situazione: per Putin qualsiasi soluzione non può prevedere la restituzione dei territori annessi, mentre per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “il mondo sta vedendo il vero volto di una nazione terrorista, che copre la sua essenza sanguinaria con parole di pace. Per questo la liberazione completa dell’Ucraina è l’unica via per la pace e la sicurezza”. Zelensky continua a contare sul supporto della Nato, cosa confermata con un tweet dal segretario generale Stoltenberg, un supporto che a Mosca viene visto come una combelligeranza, certamente uno dei temi che verranno portati al Palazzo di vetro.