Polonia. Ballottaggio alle presidenziali tra Duda e Trzaskowski

di Alberto Galvi

Il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali molto probabilmente sarà che ci saranno due candidati che si dovranno sfidare in un secondo turno di ballottaggio il prossimo 12 luglio. Questi due candidati sono: Andrzej Duda del partito PiS (Law and Justice Party) e il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski del partito di opposizione CP (Civic Platform).
Duda spera di attuare politiche conservatrici su questioni come l’immigrazione e i diritti civili, che in molti altri Paesi dell’Unione europea sono criticate come antidemocratiche.
Lo scorso 10 giugno Duda ha firmato la Carta della famiglia, su cui ci sono scritte alcune proposte elettorali, inclusi gli impegni per impedire alle coppie gay di sposarsi o adottare bambini. Queste proposte includono l’impegno di Duda a vietare l’insegnamento sui diritti dei movimenti LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) nelle scuole.
Duda è fortemente criticato per la polarizzazione della società e per il mancato rispetto dei diritti di una parte dei cittadini polacchi. Inoltre ha definito l’omosessualità come peggiore del comunismo.  Il PiS ha vinto le elezioni legislative con un’agenda nazionalista-conservatrice forte dei valori cattolici, incluso il sostegno alle famiglie tradizionali e l’opposizione al matrimonio gay.
Trzaskowski fino ad ora ha promesso di preservare le leggi a favore del Welfare State volute dal partito al potere, ma disse che avrebbe bloccato qualsiasi legge ritenesse incostituzionale. Inoltre avrebbe intenzione di ripristinare le buone relazioni con l’Unione europea.
Il leader dell’opposizione è criticato da una parte dell’elettorato in quanto è promotore di ideologie di sinistra che mettono in pericolo la cultura e la tradizione polacca. Come sindaco di Varsavia, viene attaccato per i presunti o reali fallimenti in questo ruolo. Trzaskowski promette che se verrà eletto, metterà il veto a qualsiasi cambiamento illiberale.
L’epidemia di coronavirus ha causato un ritardo di quasi due mesi alle elezioni. Il rinvio ha fatto del male a Duda, che sembrava voler raggiungere la vittoria al primo turno. Una sconfitta di Duda indebolirebbe significativamente la capacità dell’esecutivo di governare e di approvare le leggi, aumentando il rischio di instabilità politica.
I poteri presidenziali in Polonia non sono ampi, ma il Capo dello Stato ha il diritto di porre il veto a qualsiasi legge adottata dal Parlamento della Repubblica di Polonia, che è composto dal Senato e dal Sejm.
Il presidente del Paese è eletto direttamente a maggioranza assoluta in 2 turni, se necessario, per un mandato di 5 anni. Il primo ministro, i vice primi ministri e il Consiglio dei ministri sono nominati dal presidente e confermati dal Sejm.
Il Senato è composto da 100 membri eletti direttamente in circoscrizioni uninominali con voto a maggioranza semplice con un mandato di 4 anni. Il Sejm è composto da 460 membri eletti in circoscrizioni plurinominali su base proporzionale con soglia del 5% per i partiti e 8% per le coalizioni per ottenere dei seggi. Per quanto riguarda le minoranze sono esenti dalla soglia elettorale. I membri eletti hanno un mandato di 4 anni.
Il PiS di Duda ha comunque dei vantaggi sul CP di Trzaskowski e sono la riforma sull’abbassamento dell’età pensionabile e un bonus mensile di circa 112 euro per i bambini, che sono state politiche cruciali nella costruzione della popolarità del partito. Trzaskowski ha chiarito che tali politiche non cambieranno in favore di un Paese più liberale.