Polonia. Il presidente Duda pone il veto sulla riforma della Giustizia

di Guido Keller –

Clamorosamente il presidente polacco Andrzej Duda, proveniente dallo stesso partito Diritto e Giustizia (Pis) del premier Beata Szydlo e del leader ultraconservatore ed euroscettico Jaroslaw Kaczynski, ha posto il veto sulla controversa riforma della Giustizia rispedendola al Parlamento.
Duda lo ha annunciato di persona, rispondendo così alle pressanti proteste della piazza, della società civile e dell’Unione Europea, da dove il 20 luglio era stata annunciata per bocca del vice presidente della Commissione Frans Timmermans “l’attivazione dell’articolo 7 del Trattato europeo”, ovvero la procedura di infrazione.
La Riforma voluta da Kaczynski avrebbe di fatto messo in discussione l’autonomia della magistratura, prevedendo fra le varie cose che la scelta dei giudici della Corte suprema spettasse al Parlamento (e quindi alla maggioranza al potere), una forte influenza del ministro della Giustizia (e quindi del governo) sulla Corte suprema e che la nomina dei presidenti dei tribunali ordinari da parte del ministro della Giustizia.
Ad onor del vero va detto che l’articolo 7 del Trattato europeo prevede il voto unanime degli altri paesi, e già l’Ungheria aveva fatto sapere l’intenzione di sostenere l’alleata Polonia.
“Il mio ufficio – ha precisato Duda – preparerà un nuovo progetto di legge in due mesi”, ed ha lanciato un appello alla pace sociale anche perché “lo Stato non si può sviluppare dove regna l’inquietudine e dove è in corso una guerra politica” e “il potere si rifiuta alle elezioni, non in piazza”.
Se l’è quindi presa con l’ex alleato di partito Kaczynski, affermando che “il sistema giudiziario polacco non ha bisogno di una riorganizzazione profonda, deve prima di tutto garantire senso di sicurezza. E nessun cambiamento del sistema legale dovrebbe aprire fratture tra società e Stato, dunque ho dovuto prendere la mia decisione dopo che le modifiche proposte hanno suscitato reazioni così sentite da molti cittadini”.