Polonia. L’ex premier Tusk ha guidato migliaia di manifestanti contro il governo del PiS

di Alberto Galvi

Per il 34mo anniversario delle prime elezioni democratiche del Dopoguerra in Polonia, migliaia di manifestanti si sono riuniti in una marcia che l’opposizione liberale ha dichiarato essere prova della sua capacità di porre fine ai quasi otto anni di dominio nazionalista.
L’ex primo ministro Donald Tusk, che guida il gruppo di opposizione Piattaforma civile, ha detto che la marcia è stata il più grande raduno politico da quando la Polonia ha riconquistato l’indipendenza dopo il periodo comunista. Alla manifestazione era presente anche Lech Wałęsa, leader del movimento sindacale Solidarność, che in seguito è diventato presidente della Polonia. Ora è un convinto critico del PiS (Diritto e Giustizia).
Grandi folle si sono radunate a Cracovia e in altre città della Polonia, mostrando frustrazione per un governo accusato di violare la costituzione e di erodere i diritti fondamentali, in un paese a lungo salutato come modello di cambiamento pacifico e democratico. Non c’è stata alcuna conferma ufficiale delle dimensioni della manifestazione, sebbene anche il municipio di Varsavia abbia fornito una stima di 500mila persone e le strade centrali fossero gremite di folle di manifestanti.
I sondaggi dicono che le elezioni previste dopo l’estate saranno combattute, con la guerra della Russia nella vicina Ucraina che darà una spinta al governo Legge e Giustizia. L’opposizione ha lottato per galvanizzare il sostegno nonostante le critiche diffuse in patria e all’estero nei confronti del PiS, che è stato accusato di erodere lo stato di diritto, trasformare i media statali in un portavoce del governo e sostenere l’omofobia.
Il governo del primo ministro Mateusz Morawiecki nega di sovvertire qualsiasi norma democratica e afferma che il suo scopo è proteggere i valori cristiani tradizionali dalle pressioni liberali dell’occidente e rendere l’economia più equa. Tusk ha ottenuto due mandati come primo ministro, dal 2007 al 2014, ed è tornato alla politica nazionale dopo un periodo di cinque anni come presidente del Consiglio europeo.