di Alberto Galvi –
Marcelo Rebelo de Sousa ha vinto al primo turno un secondo mandato come presidente del Portogallo. La candidata socialista Ana Gomes è arrivata seconda, mentre il populista di destra Andre Ventura è arrivato terzo, in un’elezione segnata da astensioni record mentre il Paese combatte una terza ondata di casi di coronavirus.
Rebelo de Sousa ha lavorato negli ultimi cinque anni a stretto contatto con il governo socialista di minoranza di centro sinistra di António Costa, sostenendolo nella lotta contro la pandemia. Il PS (Partido Socialista) non ha messo in campo il proprio candidato, una strategia ampiamente interpretata come segnale di sostegno indiretto alla rielezione del presidente.
Quasi due terzi dei portoghesi pensavano che le elezioni avrebbero dovuto essere rinviate a causa della pandemia. Le pressioni per un cambiamento costituzionale spingerebbero per il voto via posta o mediante altre forme a distanza, attualmente vietate nelle elezioni presidenziali.
Il presidente del Portogallo può sciogliere il parlamento, indire elezioni generali e nominare primi ministri. Questi poteri potrebbero rivelarsi cruciali per la sopravvivenza del governo del PS in mezzo alle crescenti spaccature all’interno del patto tra i partiti di sinistra che lo sostiene.
Il mese prossimo uno dei primi compiti del presidente rieletto sarà quello di decidere se approvare una nuova legge che consente l’eutanasia. Il parlamento ha approvato il disegno di legge, ma il capo dello Stato potrebbe provare a bloccarlo o inviarlo alla Corte per controllarne la costituzionalità.
Negli ultimi anni il Portogallo è stato risparmiato dalle ondate di estrema destra che hanno rimodellato il panorama politico in molte delle più grandi nazioni dell’Ue. Per questa ragione sarebbe stato impensabile il successo di Rebelo de Sousa, un moderato di centro-destra ed ex leader del partito PSD (Partido Social Democrata), il quale governerà il Paese per un mandato di 5 anni ma che sarà il suo ultimo a causa dei limiti di legge.
