Putin crea i suoi pretoriani: la Guardia nazionale russa

di Francesco Cirillo

Ad Aprile 2016 il presidente Putin ha annunciato la creazione di un nuovo corpo nel quadro di una riforma dell’apparato di sicurezza russo, la Guardia nazionale russa.
Il nuovo corpo è sotto il comando diretto del presidente russo e di un suo uomo fidato, Viktor Zolotov, ex comandante della guardia personale di Putin, una nomina che lo porta a far parte del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa.
Molti analisti occidentali si sono mostrati preoccupati per la scelta del presidente Putin, affermando che è una delle mosse dello “Zar” verso la creazione di un regime autoritario; secondo altri è solo la decisione del Cremlino di accentrare le diverse unità di sicurezza interna specializzate in operazioni di antiterrorismo e antisommossa.
Il nuovo corpo, che dovrà svolgere molteplici compiti di sicurezza oltre a quello di proteggere il presidente della Federazione russa, avrà a disposizione quasi 300mila unità. Lo zoccolo duro della Guardia Nazionale comprenderà le ex truppe paramilitari del ministero degli Interni che conta diversi corpi come i reparti OMON (squadre antisommossa) e SOBR, per la reazione rapida (antiterrorismo). Inoltre la Guardia nazionale integrerà nelle sue file le unità per l’acquisizione di informazioni e il personale, sempre paramilitare, del ministero delle Situazioni di emergenza e del centro di Classificazione speciale delle forze di reazione Operativa ed Aviazione del ministero degli Interni; inoltre sono stati assorbiti dalla “Guardia” le Forze speciali Zubr Rys’ e Jastreb. Per evitare che si venga a creare uno squilibrio tra il ministero dell’Interno russo e la Guardia, il servizio antidroga(FSK) e il servizio federale di Controllo dell’Immigrazione sono passati sotto il controllo del ministero degli Interni.
La dottrina di sicurezza del Cremlino negli ultimi anni è stata aggiornata per affrontare, oltre alle vecchie minacce dei Ceceni, anche la minaccia del terrorismo islamico radicale. Inoltre le competenze della Guardia vanno dalla salvaguardia dell’ordine nel paese alla lotta contro il narcotraffico, giungendo a possibili operazioni di peacekeeping all’estero.
Le elezioni parlamentari per il rinnovo della Duma dovevano essere il banco di prova del nuovo corpo, ma il regolare svolgimento della tornata elettorale, nonostante alcune deboli accuse di brogli, non ha comportato l’intervento della Guardia Nazionale poiché non si sono svolte manifestazioni antigovernative.
Secondo alcuni analisti il Cremlino dovrà affrontare, quando la guerra in Siria sarà terminata, il rientro dei foreign fighters ceceni e dovrà prevenire i tentativi di destabilizzazione dell’Asia Centrale e del Caucaso.
Altra fissazione che si aggira per le stanze del Cremlino è il rischio che scoppino rivolte che si trasformino in rivoluzioni colorate nelle città russe. Nel progetto del Cremlino è presente anche un decreto legge che stabilisce la collaborazione e la condivisione di informazioni tra l’FSB, i servizi segreti che si occupano della sicurezza interna della Russia, e la Guardia Nazionale. La creazione della Guardia sembra una mossa del presidente russo per mantenere un equilibrio di poteri tra le fazioni interne dei tecnocrati e dei siloviki.
Con Putin al potere la fazione degli oligarchi è stata completamente debellata dalle stanze del potere russo, ed è in ascesa quella dei siloviki, gli uomini forti che sono a capo delle agenzie governative riguardanti i settori della Difesa e dell’intelligence. Nei sedici anni di presidenza Putin, profondo conoscitore degli intrighi del Cremlino e della storia russa, ha da sempre evitato che qualche suo fedelissimo acquisisse troppo potere per troppo tempo. Da qui ha utilizzato la continua rotazione delle più importanti cariche dei vertici dell’esercito e delle agenzie di sicurezza sia a livello federale sia a livello territoriale. Inoltre sembra che l’istituzione della Guardia sia stata una mossa per ridimensionare il ruolo del ministro della Difesa Sergei Shoigu, sulla cresta dell’onda dopo le operazioni militari in Crimea e in Siria. Altre voci invece raccontano un’altra versione affermando che è un tentativo di far rientrare nei ranghi il fedelissimo Ramzan Kadyrov, presidente della Cecenia, che oramai possiede un proprio esercito personale che opera in tutta la Cecenia. Ma l’opposizione russa, insieme alla stampa occidentale, è allarmata per il fatto che la Guardia nazionale russa potrebbe essere una vera e propria guardia pretoriana agli ordini diretti di Putin. Dopo le elezioni parlamentari Putin guarda alle elezioni presidenziali del 2018 per ottenere il quarto mandato non consecutivo e rimanere quindi al Cremlino per guidare il paese.