Putin, ‘dislocheremo armi nucleari in Bielorussia’

Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca verso l’interazione delle forze aeree.

di Guido Keller

La Turchia continua ad impedire con il suo veto l’ingresso della Svezia nella Nato, cosa che ha fatto notare l’ex ministro degli Esteri Ann Linde nel corso di un’intervista con Rudaw Tv. Alla base del comportamento del governo turco vi sarebbe l’insufficiente risposta svedese alla richiesta di estradizione di circa 120 individui, perlopiù curdi considerati “terroristi” o comunque membri del Pkk, il Partito curso dei Lavoratori a sua volta considerato terroristico.
Anche la Finlandia ha chiesto l’adesione alla Nato, ma l’urgenza determinata dal pericolo russo ha spinto i comandanti delle forze aeree di Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca a sottoscrivere la scorsa settimana a Ramstein, alla presenza del comandante delle forze aeree della Nato James Hecker, una lettera di intenti finalizzata ad un’interazione costante fra le forze aeree.
La forza aerea congiunta sarà composta da oltre 250 aerei da combattimento, alcuni già operativi ed altri sulla carta. Al momento la Norvegia ha 57 caccia F-16 e 37 caccia F-35, con altri 15 di questi ultimi in ordinazione. La Svezia ha più di 90 jet Gripen; la Danimarca ha 58 F-16 e 27 F-35 ordinati, mentre la Finlandia ha ordinato 62 jet F/A-18 Hornet e 64 F-35.
Tuttavia più in occidente viene alzato il livello di sicurezza e vengono fornite all’Ucraina armi sempre più sofisticate, più la Russia fa altrettanto in una pericolosa escalation che rischia di andare oltre la guerra delle parole.
E così in risposta all’annuncio di settimana scorsa del governo britannico dell’invio alle forze ucraine di munizioni all’uranio impoverito, da Mosca è stato fatto sapere che presto verranno dislocate testate nucleari russe in Bielorussia.
Lo ha reso noto il presidnete Vladimir Putin, il quale ha annunciato che “il primo luglio sarà completata la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia”. Putin ha tuttavia precisato che il sito sarà utilizzato quale centro di addestramento dei militari bielorussi, “come hanno fatto gli Stati Uniti in Europa”, che già una decina di aerei sono pronti a essere armati con testate atomiche e che le esercitazioni inizieranno già lunedì 3 aprile. Il capo del Cremlino si è poi espresso in una non troppo velata minaccia: “senza esagerare, abbiamo centinaia di migliaia di armi del genere, dannose per l’uomo e per l’ambiente per la polvere radioattiva che emettono allo scoppio. Al momento non le stiamo usando”.
Sul piano convenzionale Putin ha reso noto che “entro un anno produrremo 1.600 carri armati, tre volte quelli ucraini”, anche qui in evidente risposta all’invio da parte di Polonia e Slovacchia di jet da combattimento.
Secondo fonti dell’agenzia Bloomberg i russi starebbero pensando di consolidarsi per difendere i territori conquistati in vista della controffensiva ucraina, data come imminente. Secondo il media statunitense il governo russo starebbe cercando di arruolare circa 400mila mercenari al fine di evitare una nuova leva militare in vista delle elezioni del 2024. Sarebbe anche stato avviato l’arruolamento tra la popolazione del Donbass occupato.
Stando a quanto riportato dall’esercito ucraino e apparso sui media nazionali sarebbero oltre 170mila i militari russi uccisi dall’inizio del conflitto, mentre sarebbero stati distrutti 305 aerei da combattimento, 291 elicotteri, 2.216 droni, 3.595 carri armati, 2.631 sistemi di artiglieria, 6.947 veicoli blindati da combattimento, 18 navi, 522 sistemi missilistici a lancio multiplo, 277 sistemi di difesa antiaerea e 911 missili da crociera.
L’esercito ucraino non comunica le proprie perdite.