Qatargate: Metsola, ‘Europarlamento sotto attacco: siamo dalla parte della legge, nessuna impunità’

di Guido Keller

E’ un vero e proprio terremoto quello che da ormai qualche giorno sta scuotendo le fondamenta dell’Unione Europea. Il “Qatargate, com’è stato ribattezzato, vede un’inchiesta giudiziaria della Procura belga su presunti atti di corruzione promossi dal Qatar in relazione ai mondiali di calcio, ovvero mazzette per “ammorbidire” le reazioni della politica europea nei confronti di un paese che ancora è deficitario su quei diritti civili e su quelle libertà che sono alla base della società europea. Secondo gli inquirenti vi sarebbero stati veri e propri casi di corruzione, e già sono stati perquisiti diversi uffici presso la sede di Bruxelles del Parlamento europeo, nonché sono stati “congelati” i sistemi informatici di una decina di collaboratori parlamentari al fine di prevenire un’eventuale fuga delle prove. Fermati alcuni esponenti politici: tra i nomi vi è anche quello dell’ex eurodeputato italiano Pier Antonio Panzeri, ma sono in stato di fermo anche la moglie e la figlia, nonché la vicepresidente dell’Europarlameto Eva Kaili: secondo Les Echo gli inquirenti avrebbero trovato in casa di quest’ultima ingenti somme di denaro liquido. Kaili, greca, è stata immediatamente sospesa dal suo ruolo come pure dal suo partito, il Pasok, e le manette sono scattate anche per il compagno Francesco Giorgi, assistente parlamentare. In stato di fermo anche il sindacalista Luca Visentini e il segretario dell’ong “No peace without Justice, Niccolò Figà Talamanca.
Le accuse vanno al riciclaggio alla corruzione, all’associazione a delinquere, e a guidare l’inchiesta è il procuratore belga Michel Claise. Dal Qatar è giunta intanto una dichiarazione di estraneità ai fatti, con il ministero degli Esteri di Doha che ha “respinto categoricamente ogni tentativo di associare (il paese) all’inchiesta”.
Scontate le ricadute politiche: essendo molte delle persone indagate italiane, potrebbe essere a rischio la nomina di Luigi Di Maio a rappresentante europeo per il Medio Oriente, per quanto non vi siano collegamenti tra l’inchiesta e l’ex ministro degli Esteri italiano.
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha rilasciato una dichiarazione in apertura della sessione plenaria di Strasburgo in cui ha affermato: “Cari colleghi, credo non sia esagerato affermare che questi sono stati tra i giorni più lunghi della mia carriera. Devo scegliere con cura le mie parole, in modo da non compromettere le indagini in corso o minare in qualche modo la presunzione di innocenza.
E lo farò. Quindi se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti, insieme alla mia determinazione a far sì che quest’Assemblea si rafforzi.
Non fraintendetemi.
– Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco.
– La democrazia europea è sotto attacco.
– E il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco.
I nemici della democrazia, per i quali l’esistenza stessa di questo Parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla. Questi attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente armato ONG, sindacati, individui, assistenti e deputati del Parlamento europeo nel tentativo di soffocare i nostri processi.
I loro piani maligni sono falliti. I nostri servizi, di cui sono incredibilmente fiera, collaborano da tempo con le autorità competenti nazionali, giudiziarie e di polizia, per smantellare questa presunta rete criminale.
Abbiamo agito in sintonia con le autorità per garantire il rispetto di tutti i passaggi legali, la preservazione di tutte le informazioni e, laddove necessario, la messa in sicurezza delle apparecchiature informatiche, la sigillatura degli uffici e la possibilità di effettuare perquisizioni domiciliari. Lo scorso fine settimana ho accompagnato un giudice e la polizia belga, come previsto dalla Costituzione belga, a una perquisizione domiciliare.
Come misura precauzionale, e sempre nel pieno rispetto della presunzione di innocenza, ho sollevato la vicepresidente in questione di ogni compito e responsabilità legati al suo ruolo di vicepresidente e ho convocato una riunione straordinaria della Conferenza dei Presidenti, al fine di avviare una procedura ai sensi dell’articolo 21 per porre fine al suo mandato di vicepresidente, nel tentativo di proteggere l’integrità di quest’Assemblea.
Oggi, avevo anche in programma di annunciare l’apertura del mandato negoziale per la relazione sull’esenzione del visto con il Qatar e il Kuwait. Alla luce delle indagini, questa relazione deve essere rinviata in commissione parlamentare.
So anche che non siamo alla fine del percorso e che continueremo a collaborare alle indagini, insieme ad altre istituzioni europee e per tutto il tempo necessario. La corruzione non può pagare e noi abbiamo fatto la nostra parte per garantire che questi piani non si concretizzassero.
E devo essere chiara: le accuse non riguardano la sinistra o la destra, il nord o il sud. Si tratta di cose giuste e sbagliate e vi invito a resistere alla tentazione di sfruttare questo momento per un tornaconto politico. Non sminuite la minaccia che stiamo affrontando.
Come molti di voi, in questo momento sono in politica per combattere la corruzione. Per difendere i principi dell’Europa. Questa è una prova dei nostri valori e dei nostri sistemi e, colleghi, vi assicuro che la affronteremo a testa alta.
Non ci sarà impunità. Nessuna. I responsabili troveranno questo Parlamento dalla parte della legge. Sono orgogliosa del nostro ruolo e della nostra assistenza in questa indagine.
Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili.
Non continueremo come se fosse “business as usual”. Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso ai nostri locali, come vengono finanziate queste organizzazioni, le ONG e le persone, quali legami hanno con i Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza sugli incontri con gli attori stranieri e con chi è legato a loro. Daremo una scossa a questo Parlamento e a questa città e per farlo ho bisogno del vostro aiuto.
Proteggeremo coloro che ci aiutano a smascherare la criminalità e mi impegnerò a esaminare i nostri sistemi per gli informatori per vedere come possano essere rafforzati.
Ma devo anche dire che, se da un lato possiamo sempre cercare di aumentare i deterrenti e la trasparenza, dall’altro ci saranno sempre persone per le quali vale la pena rischiare per un sacchetto di denaro. È essenziale che queste persone capiscano che verranno scoperte. Che i nostri servizi funzionano e che affronteranno la legge nella sua interezza. Come è successo in questo caso.
Sono tempi difficili per tutti noi, ma sono convinta che se lavoriamo insieme possiamo uscirne rafforzati.
A voi, colleghi, che avete vissuto insieme a me queste giornate, permettetemi di ribadire la mia profonda delusione – so che tutti voi condividete lo stesso sentimento.
A quegli attori maligni, nei Paesi terzi, che pensano di potersi comprare il futuro. Che pensano che l’Europa sia in vendita. Che pensano di potersi impadronire delle nostre ONG. Permettetemi di dire che troverete saldamente questo Parlamento sulla vostra strada.
Noi siamo europei.
Preferiamo patire il freddo piuttosto che essere comprati”
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