Kosovo si lega all’Albania per entrare insieme in Ue. La crescita economica

di Domenico Letizia * –

L’indipendenza del Kosovo è da decenni oggetto di disputa tra gli stati balcanici, l’Unione Europea e la Serbia. Gli albanesi in Kosovo hanno sempre guardato all’Albania come la terra della loro cultura, della loro lingua e dei loro avi. Fin dai primi scontri con le forze jugoslave di fine anni Ottanta è parso chiaro più un senso di appartenenza all’Albania che un vero sentimento nazionale kosovaro. Nel 2015 il presidente Edi Rama, intervistato dall’emittente kosovara Klan Kosova, ribadì che il suo Paese e l’ex provincia secessionista serba perseguivano il medesimo obiettivo, ovvero quello di ricomporre la diaspora albanese sotto le bandiere dell’Ue. Nella quale l’Albania è candidata ad entrare e, nelle intenzioni di Rama, con il Kosovo.
Negli ultimi anni l’economia del Kosovo ha registrato un tasso di crescita positivo e continuo, con il picco nel periodo a cavallo dell’indipendenza: il 2007 si è chiuse con un tasso del +8.3%, il 2008 con un incremento del +7.2%. Gli esperti avevano previsto una crescita media del PIL intorno al +3.4% per il periodo 2009-2014; rispetto a tale indice è stato rilevato un valore di poco più di mezzo punto inferiore nel 2014 (+2.7%). Nel corso del 2014 e dei primi due trimestri del 2015 l’aumento dell’attività economica complessiva si è basata principalmente sul consumo privato, sostenuto dall’aumento degli stipendi per i dipendenti pubblici, e dal flusso costante delle rimesse della diaspora.
Il Kosovo continua ad avere un basso deficit di bilancio ed un esiguo debito pubblico, mentre i prezzi hanno seguito lo sviluppo dei mercati globali, caratterizzati da un tasso di inflazione molto basso. Il settore finanziario è in espansione, si presenta liquido e ben capitalizzato e anche il ricorso al credito sia da parte delle famiglie che delle imprese è in crescita. Permane tuttavia il problema della disoccupazione, la quale, nonostante sia diminuita negli ultimi anni, mantiene comunque livelli elevati. Ad oggi abbiamo circa 272mila persone non occupate (34,8%), con forti squilibri tra città e aree rurali e tra la componente maschile e quella femminile.
L’export del Kosovo consiste in larga parte di prodotti agricoli e materie a basso valore, metalli comuni per oltre 60%, seguiti da prodotti minerali per il 13% e dal settore tessile per il 5%. Per contro, l’import copre quasi tutto lo spettro merceologico, inclusi i prodotti agricoli, a causa della scarsa autosufficienza dell’economia kosovara. Il Kosovo vuole continuare sulla scia della crescita economica e nel farlo guarda con interesse all’economia del vicino albanese. Non deve stupire l’appello lanciato qualche giorno fa dalle Associazioni dei produttori albanesi e kosovare, che in una riunione congiunta tenutasi a Tirana hanno chiesto pubblicamente l’unificazione economica tra i due Paesi. Secondo quanto riportato dal Portale di geopolitica ed economia “Albania Investimenti”, il presidente dell’Associazione dei produttori albanesi, Bardhyl Baltez ha dichiarato: “i produttori albanesi di entrambi i lati del confine da tempo hanno proposto ai rispettivi governi l’unificazione economica tra i due Paesi e non vediamo ostacoli in questo processo”. La priorità per i produttori resta quella di aprire le frontiere commerciali tra Albania e Kosovo con la prospettiva dell’adesione alla casa europea.

* Social Media Manager di AlbaniaInvestimenti.com e Analista dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (IREPI).