RD Congo. Vince l’oppositore Tshisekedi: il candidato Kabila accetta la sconfitta, Fayulu parla di brogli

di Guido Keller –

Vince le presidenziali nella Repubblica Democratica del Congo l’oppositore 55enne Félix Tshisekedi di Alternanza Democratica, un vero e proprio colpo di scena non tanto perché è riuscito a battere con il suo 38,5% delle preferenze gli altri 20 candidati, quanto perché l’entourage del presidente – dittatore Joseph Kabilia ha accettato la sconfitta. Termina quindi l’era ventennale dei Kabila, che in caso di vittoria del candidato da lui sponsorizzato sarebbe probabilmente diventato premier: il padre di Joseph, Laurent-Desire Kabila, era salito al potere nel 1997 dopo il rovesciamento del regime di Mobutu Sese Seko, ed aveva governato fino al 2001 fino al suo assassinio; gli era succeduto poi il figlio grazie ad una riforma della Costituzione che aveva abbassato ad hoc l’età necessaria per concorrere alle presidenziali.
Ci sono voluti comunque 10 giorni alla Commissione elettorale indipendente per sciogliere le riserve ed annunciare i risultati, peraltro ancora provvisori, ma sia la campagna elettorale che il post voto sono stati caratterizzati da scontri ed accuse reciproche di brogli: le elezioni, che si sarebbero dovute tenere due anni fa, erano previste inizialmente per il 23 dicembre scorso, ma poi vi è stato l’incendio dei magazzini che contenevano i 106mila fra macchinari e computer per le elezioni, per cui il voto è slittato di una settimana; poi fra le violenze e la repressione (solo ieri 8 civili uccisi a Beni, nella parte orientale del paese) è stato oscurato internet ufficialmente per evitare circolazione di risultati falsi. Il governo di Kinshasa ha rifiutato la presenza di osservatori internazionali e della missione Onu Monusco, forza di peacekeeping operante nel paese dal 2000.
Tshisekedi ha così sconfitto l’ex ministro dell’Interno e candidato di Kabila, Emmanuel Ramazani Shadary (24%), come pure un altro candidato delle opposizioni, l’ex petroliere Martin Fayulu (34,8 %). Questi era indicato come vincitore dalla Chiesa cattolica, la quale aveva formato e piazzato ai seggi 60mila osservatori. Se Shadary ha riconosciuto la sconfitta, Fayulu ha parlato apertamente di brogli, di “un risultato non ha niente a che vedere con la verità nelle urne” e di “golpe elettorale”, arrivando a sostenere che “Il popolo del Congo è stato defraudato delle proprie elezioni e non accetterà mai una frode del genere”. Con lui si è schierata non solo la Chiesa cattolica, ma anche il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, il quale ha chiesto “chiarezza per un voto non conforme alle attese”. I sostenitori di Fayulu parlano di “frode elettorale” e nel paese la tensione è palpabile.