RDC. Il nuovo governo del presidente Tshisekedi dopo una lotta di potere con il predecessore Kabila

di Alberto Galvi

Felix Tshisekedi, presidente della RDC (Repubblica Democratica del Congo), ha il pieno controllo di un nuovo governo approvato dopo una lotta di potere di quattro mesi con il predecessore Joseph Kabila, il quale si è dimesso nel gennaio 2019 ma ha continuato a mantenere il controllo di diversi ministeri chiave e su diversi parlamentari, la magistratura e i servizi di sicurezza.
Tshisekedi è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali del 2018 ma è stato costretto a entrare in una coalizione di governo con i sostenitori del predecessore Joseph Kabila, che ha continuato a detenere una stragrande maggioranza in parlamento.
Lo scorso febbraio il presidente aveva nominato primo ministro Jean-Michel Sama Lukonde Kyenge, il capo del gigante minerario statale Gecamines. Sama Lukonde Kyenge è succeduto a Sylvestre Ilunga Ilunkamba, che è stato costretto ad abbandonare dopo che era fallita una coalizione tra i sostenitori di Tshisekedi e quelli di Kabila.
Il nuovo governo conta 57 membri tra cui 14 donne. Le priorità del nuovo esecutivo includeranno la sicurezza, le infrastrutture e la riforma elettorale nel paese povero ma ricco di risorse.
Le sfide sono enormi per il governo della RDC con ripetuti massacri di civili e ripetuti episodi di corruzione. I membri della cerchia ristretta di Tshisekedi hanno ricevuto i ministeri della Difesa, degli Interni, della Finanza e dell’Istruzione.
Il movimento Union Sacrée è la nuova coalizione del presidente Tshisekedi annunciata il 6 dicembre scorso, dopo aver interrotto la sua collaborazione con l’ex presidente Joseph Kabila.
In dicembre Tshisekedi si è mosso per porre fine alla coalizione con Kabila e ha costretto le dimissioni del primo ministro convincendo decine di parlamentari a disertare.
Alcuni membri dell’opposizione anti-Kabila sono stati nominati in posti chiave, tra cui il ministro dell’Ambiente e il vice primo ministro Eve Bazaiba del MLC (Movement for the Liberation of Congo), mentre Christophe Lutundula è stato nominato il nuovo ministro degli Esteri. 
La crisi della leadership della RDC è nata dalle elezioni del dicembre dello stesso anno che hanno portato alla prima transizione pacifica del potere nella storia del paese dell’Africa subsahariana. 
Lo scorso anno le tensioni sono scoppiate quando Tshisekedi ha dichiarato che la condivisione del potere stava bloccando il suo programma di riforme, promettendo di cercare una nuova maggioranza in parlamento, ottenendo il sostegno percepito di quasi 400 membri su 500 dell’Assemblea nazionale tra cui molti legislatori di Kabila.
La nuova maggioranza gli ha permesso di espellere Sylvestre Ilunga Ilunkamba così come i portavoce pro-Kabila di entrambe le Camere del parlamento, che sono composte dal Senato con 108 seggi i cui membri sono eletti indirettamente dalle assemblee provinciali con voto di rappresentanza proporzionale per un mandato di 5 anni. L’Assemblea nazionale è invece composta da 500 seggi i cui membri sono eletti per un mandato di 5 anni.
Con il sostegno sia degli Usa che dell’Unione Europea Tshisekedi ha mano libera per ridurre la corruzione e la povertà che colpisce i due terzi dei congolesi, e a pacificare le oltre 100 milizie armate che affliggono la parte est del paese.