Recovery fund: Conte avverte Rutte, ‘sarai eroe in patria per qualche giorno, ma poi dovrai rispondere’

Nulla di fatto finora al Consiglio europeo. Orban attacca il premier olandese, ‘è lui ad aver combinato il caos. L’Ungheria sta con l’Italia’.

di Enrico Oliari

A tenere banco al Consiglio europeo, arrivato ormai alla fine della terza estenuante giornata fatta di confronti e scontri, è la distanza sul Recovery fund e sul connesso bilancio dell’Ue. Da una parte vi sono i cosiddetti i paesi “frugali”, cioè Olanda, Austria, Svezia e Danimarca con l’appoggio esterno della Finlandia, dall’altra quelli dell’Europa del sud, ovvero Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo, sostenuti dalla Germania.
La pandemia di coronavirus ha distrutto le economie trainanti dell’Europa unita, ma per i “frugali” e per i governi dalle spinte euroscettiche si tratta di governi spendaccioni e ai quali i soldi vanno dati cum granì salis. Il premier olandese Mark Rutte guida la cordata di coloro che sono disposti ad arrivare a 350 miliardi di euro di stanziamenti a fondo perduto e ad altrettanti soldi come prestiti a tasso agevolato e a condizioni rigide, mentre per i paesi del sud si deve arrivare almeno alla proposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel di 750 miliardi, di cui 400 miliardi a fondo perduto e 350 miliardi come prestiti. Si tratta di un tentativo di compromesso, dal momento che le richieste erano di 500 miliardi di euro a fondo perduto e di 250 miliardi di euro in presiti a tasso agevolato, tra l’altro con una certa flessibilità.
Le resistenze di Rutte si spiegano con il proposito di tenere a bada le spinte sovranitste che crescono nel suo paese, tanto che alle elezioni del 2018 è arrivato secondo il Partito per le libertà (PVV), conservatore, euroscettico e nazionalista, guidato da quel Geert Wilders che nel 2019 era a Milano con Matteo Salvini e con Giorgia Meloni, e che in questi giorni si è fatto fotografare con un cartello tra le mani con la scritta “Neanche un centesimo all’Italia!”.
Stando a fonti italiane a Bruxelles, il premier italiano Giuseppe Conte ha avvertito Rutte, “il negoziato è in salita, ma non cedo su nulla”, anche perché ”voi vi illudete che la partita non vi riguardi o che vi riguardi solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso un’adeguata ed efficace reazione europea”.”Voi avete dubbi – ha insistito Conte riferendosi ai paesi “frugali” -, perché le risorse finanziare di cui ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più”.
“L’Ungheria sta con l’Italia”, ha fatto sapere il premier Viktor Orban, il quale non ha lesinato un duro attacco all’olandese Rutte: “Alcuni paesi guidati dall’olandese vorrebbero da vita a un nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se l’intesa non si fa è colpa del leader olandese, non mia, è lui ad aver iniziato questa vicenda, è il vero responsabile per tutto il caos” al Consiglio europeo”. Di certo “non vogliamo tornare a casa senza una soluzione per l’Europa”, e “bisogna dare i soldi ai Paesi che ne hanno bisogno e permettere loro di spenderli appena possibile per stabilizzare le loro economie, invece di ingaggiare lunghe dispute burocratiche. Se li aiutiamo al momento giusto li aiutiamo due volte”.
Alla stampa olandese Rutte ha detto che “ci sono ancora grandi questioni sul tavolo, tra cui lo stato di diritto, il mix sussidi e prestiti, l’ammontare dei sussidi, e i rebates”. Per Rutte ci sono stati “progressi”, ma “ancora non ci siamo”, come neppure in tema di bilancio 2021-2027.
Dello stesso avviso l’austriaco Sebastian Kurz, per il quale “Lo stato di diritto è un problema serio e credo che su questo non dobbiamo scendere a compromessi deludenti. Con gli altri frugali abbiamo concordato che manterremo una posizione molto chiara qui e che non siamo disposti a scendere al di sotto di un certo limite”.