Regeni: il gup di Roma rinvia a giudizio i quattro ufficiali dell’intelligence egiziana sospettati dell’omicidio

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Il giudice per le udienze preliminari di Roma ha accolto la richiesta della procura ed ha rinviato a giudizio i quattro ufficiali dell’intelligence egiziana ritenuti di essere responsabili del barbaro omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano di cui si erano perse le tracce nella capitale egiziana la notte del 25 gennaio 2016 (anniversario di Piazza Tahrir), ed il cui cadavere era stato ritrovato con evidenti segni di tortura il 3 febbraio successivo.
Nella fattispecie gli inquirenti contestano a vario titolo il reato di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in lesioni personali e omicidio al generale Tariq Sabir, ad Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, ma difficilmente gli imputati saranno presenti al processo che prenderà il via il 14 ottobre alla Corte d’assise.
Attualmente la linea della procura egiziana, espressa in dicembre, è quella che vede autore dell’omicidio uno sconosciuto, un individuo non ancora identificato che avrebbe colpito il giorno dell’anniversario di Piazza Tahrir poiché sapeva che l’intelligence egiziana sarebbe stata impegnata a far altro. Per gli inquirenti del Cairo Regeni sarebbe stato monitorato da parte dell’intelligence, “senza tuttavia ledere la sua libertà e privacy”. Monitoraggio che poi avrebbe portato alla conclusione secondo cui “non erano emersi comportamenti illeciti o reati” da parte del ricercatore italiano.